foto1Una notte ho sognato che parlavi

(vedi video)

Gianluca Nicoletti (leggi CV), presentando il suo ultimo libro, ci ha parlato di suo figlio Tommy, un simpatico e riccioluto adolescente autistico. Di un bambino che a tre anni era tanto buono e silenzioso che, quando un neuropsichiatra sentenziò: «Suo figlio è attratto più dagli oggetti che dalle persone», Nicoletti  non trovò tutto ciò affatto strano. (In fondo, era stato così anche per se: aveva cominciato a parlare tardissimo e ora si guadagnava da vivere proprio parlando; quindi, prima o poi, pure Tommy avrebbe iniziato a farsi sentire). In seguito, con l’arrivo dell’adolescenza, le cose in famiglia improvvisamente cambiarono: quel bambino taciturno diventa un gigante con i peli, forzuto, talvolta aggressivo, spesso incontrollabile, e il padre, chiamato in causa dalla moglie sconfortata, si scopre – suo malgrado – un genitore felicemente indispensabile. Nicoletti prosegue il suo racconto dolceamaro, sempre franco e disincantato, di un piccolo universo quotidiano, fatto di impegnative (per il padre che deve pedalare per due) e piacevoli (per il figlio che va a rimorchio)  gite in tandem su e giù per Roma, di meno piacevoli visite negli uffici della Asl per ottenere un permesso di parcheggio per disabili irragionevolmente negato, di acrobatiche organizzazioni famigliari per conciliare lavoro, scuola, terapie e svago (districandosi fra deliziose insegnanti di yoga, esperti di ippoterapia, demotivati insegnanti di sostegno, svogliati operatori sociosanitari), e poi di risse verbali per un posto a sedere in autobus, di quesiti su come gestire la nascente (e prorompente) sessualità di Tommy e su come affrontare «un domani» il suo futuro. Perché l’autismo – di cui si sa ancora pochissimo – non è un disturbo infantile: dall’autismo non «si guarisce».E’ una patologia, troppo spesso rappresentata in modo fantasioso e iperbolico, oggi diffusissima: la prima causa di handicap in Italia e interessa oggi in Italia 400.000 famiglie. Al termine della conversazione sul suo rapporto con il figlio Tommy il dr. Nicoletti è stato a lungo applaudito da tutti i presenti in sala. foto2

Prima dell’intervento di Nicoletti è stato proiettato un video (vedi articolo Cavallo al Sole – Saggio finale del CRE 8 Giugno 2013), preparato dal presidente Saraceno sulle attività del Centro Riabilitazione Equestre Girolamo de Marco Onlus, presentato assieme da Giorgio Castellucci, presidente del CRE, e dal dr. Giovanni Papa, psicoterapeuta del Centro. Tommy Nicoletti è un allievo della struttura CRE presso i maneggi del Reggimento di Cavalleria “Lancieri di Montebello”a Tor di Quinto.

Presenti 41 di cui soci 24

Ospiti dei soci:  Dott. Giovanni Papa, psicoterapeuta del C.R.E., di Giorgio Castellucci; Marchesa Dani del Secco d’Aragona, di Orazio De Lellis; Dott. Gianni De Logu e signora Annalisa, di Pier Giuseppe Rossini

Visitors: Maria Carla Di Paolo, PP del RC Roma Palatino, Laura Carlodalatri, Mara Costantino, Fabia Palumbo e Alessandra Zappa del RC Roma Centenario

Rotary Roma Nord Ovest
Author: Rotary Roma Nord Ovest

IL 19 giugno 1980 un gruppo di professionisti, imprenditori, operatori economici, giornalisti, appartenenti alle Forze Armate e rappresentanti delle istituzioni costituisce il Rotary Club Roma Nord Ovest che riceve la “ Charta “ il 23 ottobre, presidente il Gen. Girolamo De Marco. Il cavallino ne è il simbolo distintivo e rappresenta la voglia di correre e di proseguire . Da sempre il Club rivolge l’attenzione alle nuove generazioni alle quali ha sempre ritenuto di rivolgere la massima attenzione perché in esse è da riporre ogni speranza per un domani migliore. Nel 2002 è Club padrino del Rotary Club Roma Mediterraneo e nel 2004 del Rotary Club Roma Centenario. Affianca organizzazioni umanitarie con iniziative locali, il progetto PolioPlus, progetti per portare l’acqua in villaggi dell’Africa o per la lotta alla malaria. Il C.R.E. (Centro di Riabilitazione Equestre), dal 1989, aiuta i giovani disabili con l’ippoterapia. Il Premio di Giornalismo Carlo Casalegno, dal 1980 in memoria di un giornalista ucciso dai terroristi, intende ribadire la fede del Club nelle Istituzioni e nella Democrazia premiando i giornalisti che nel loro lavoro si avvicinano all’ideale del servire rotariano.