Relazione conclusiva 27 giugno 2013

 

La Presidente legge la sua relazione finale

La Presidente legge la sua relazione finale

Relazione conclusiva 27 giugno 2013

 

 

 

 

 

Carissimi Amici, dopo quest’anno che per me è stato di full immersion nella vita rotariana, fitto di incontri a Roma, Berlino, Parigi con i nostri omologhi, denso di eventi significativi, ricco di esperienze condivise con ambienti di eccellenza anche esterni al Rotary, devo proprio dire che Rotary è bello!

Fare il Presidente è molto istruttivo: porta a conoscere in profondità l’istituzione, la sua organizzazione ben ordinata, lo spirito che la anima, gli uomini che ai vari livelli la governano e quelli che si riconoscono in essa.

Il Rotary è espressione della cultura americana ed è un luogo di contatto con quella cultura, che ha permeato di sé l’intero mondo. Per interpretare le regole e le scelte politiche del Rotary bisogna leggerle alla luce di quella cultura, che si è sviluppata sulla pianta della cultura europea, ma è stata profondamente modificata dalle condizioni storiche e ambientali attraverso le quali il popolo americano si è formato.

Voglio ricordare qui solo alcuni aspetti della cultura americana che sono ben rappresentati dal Rotary:

l’associazionismo, che negli stati Uniti è ampiamente diffuso, che vi è direi generalizzato, che è derivato dall’esperienza storica dei pionieri, l’esperienza della necessità dell’azione comune. Il RI è una delle manifestazioni più compiute e più ambiziose di questo associazionismo. Il RI è oggi più che mai un social network internazionale influente, che dialoga con le istituzioni e si confronta con altre Ong e Onlus sul terreno delle iniziative umanitarie e ambientalistiche, con l’ambizione di cambiare il mondo;

Engage Rotay, change lives!”, questo il motto del prossimo anno rotariano, con il quale si vuole dare impulso per cambiare l’umanità, non solo le condizioni di vita della stessa.

il senso della leadership (che è diverso dal senso del potere) che è strumentale al fine dell’azione, che comporta la responsabilità di portare a buon fine l’azione, di essere conclusivi, che è un riflesso dell’etica del protestantesimo;

lo spirito della nuova frontiera, che ha potuto manifestarsi nel Nuovo Mondo, dove lo spazio non era limitato e la fiducia nel futuro quindi neppure, che significa l’accettazione del cambiamento imposto dalla necessità, implica la spontaneità dell’azione (come diceva Napolene: “Je m’engage, après je vois”), l’adesione ad un dinamismo di una realtà in movimento per organizzarla.

Nella sua lettera di commiato il nostro PP Alessandro Bolzan ci ha scritto che lascia il Rotary perché il Rotary è cambiato dacché, or sono trent’anni, vi era entrato.

Si, è vero, il Rotary è cambiato, soprattutto da quando il ritmo di cambiamento del mondo intorno a noi si è fatto più rapido, sempre più rapido, e meno, sempre meno, prevedibile. Quindi si tratta di un processo inevitabile, che corrisponde al processo di cambiamento del mondo: il Rotary non può rimanere immobile quando tutto intorno sono in atto processi di trasformazione delle società, degli Stati, delle economie, dell’ambiente geo-fisico e naturale.

Il Rotary cambia perché vuole partecipare al cambiamento in atto, accogliendo le nuove generazioni, i ceti emergenti, e inquadrandoli nella sua organizzazione, dando così un suo contributo come ha fatto sempre nei momenti di svolta della storia.

È evidente che le fasi di transizione presentano situazioni difficili, alle quali bisogna fare lo sforzo di adattarsi, ma: Rotary è bello, Rotary “makes the difference. Questo è il messaggio con cui desidero concludere la mia Presidenza, e che volevo trasmettere per esortare i giovani Soci ad ambire a svolgere questo ruolo e a prepararvisi seriamente, perché si tratta anche di un compito molto serio e molto impegnativo.

Nel dar conto delle attività svolte in questo anno 2012-2013 sarei tentata di essere rapida:

anzitutto perché dovrebbero essere a voi ben note dal momento che ne abbiamo monitorato insieme lo svolgimento e celebrato insieme la conclusione;

e poi perché la mia personale attenzione si concentra sulle fasi di progettazione ed esecuzione delle iniziative, che una volta realizzate lasciano il posto a nuovi interessi.

In estrema sintesi potrei dire che quella che il 5 luglio 2012 al Flora avevo definito la Mission è stata compiuta, per quanto in mio potere; e concludere così.

Ma, poiché così si usa, dobbiamo ripercorrere insieme i diversi punti considerati nella Programmatica per vedere che sorti hanno avuto innanzitutto lo stato del Club:

abbiamo avuto cinque nuovi ingressi, quasi tutti di giovani. Sono persone di qualità (le presentazioni che ne sono state fatte lo hanno dimostrato), che, se stimolate, sono certa daranno slancio alla nostra associazione. Abbiamo perso purtroppo nel corso dell’anno sei soci che ci mancheranno. Così siamo passati da sessantasei a sessantacinque Soci, ma nel complesso non abbiamo subito, come altri Club, un forte decremento dell’Effettivo. Tuttavia, vista la tendenza all’esodo che continua a manifestarsi – dal 1° luglio tre Soci storici lasceranno il Club -, considero necessario favorire l’ingresso di giovani Under Fourties e applicare con judicio la griglia per gli ingressi che questo CD ha approvato;

l’anzianità di Rotary inoltre è un merito che va premiato. E sarà buona cosa – l’ho imparato troppo tardi per poterlo fare io stessa – premiare i Soci nel 10°, 20° anno della loro affiliazione;

i “Tre minuti di Rotary” che avevo previsto per ogni Conviviale e riservato al magistero dei PP sono stati tre in tutto e questo dimostra che la formazione dei nuovi Soci e l’aggiornamento dei Soci storici vanno fatti in altro modo, magari sotto forma di periodiche “Lettere rotariane” scritte dal Presidente e da PP volenterosi e dedicate a singoli argomenti, perché nelle nostre Conviviali sempre effervescenti di conversazioni private a volte non c’è l’attenzione necessaria;

sono molto felice e fiera di essere riuscita a coinvolgere tanti Soci, anche se in diversa misura e a volte solo marginalmente, nei services del Club. Non solo i membri del CD, non solo i Presidenti delle Commissioni hanno collaborato alle iniziative in campo, ma anche altri Soci hanno risposto all’appello, hanno proposto iniziative o si sono offerti di fare;

e sono altrettanto felice e fiera dell’impegno dispiegato da alcuni nostri Soci in Commissioni distrettuali o in progetti di interesse distrettuale. A Gianmarco Longano, già da tempo presente e stimato nel Distretto 2080, si sono affiancati Maria Carla Ciccioriccio e Orazio De Lellis, senza contare Carlo Fucelli Del Bò, che ha partecipato al progetto sulla legalità. I primi tre hanno ricevuto riconoscimenti distrettuali ad Alghero. L’Incoming ed io siamo stati assidui al Co.In e presenti e attivi anche negli incontri distrettuali tematici;

tutti noi abbiamo sviluppato la nostra socievolezza e conoscenza reciproca in numerosi incontri, ai quali c’è stata una partecipazione media su base annuale del 50%, che si sono svolti spesso in Interclub con Rotariani con i quali abbiamo portato avanti progetti comuni, come i nostri amici dell’Est, del Capitale, del Palatino, ma anche con il nostro Rotaract e con il nostro Club gemello Paris Champes Élysées;

il viaggio sociale a Parigi è stato bello, curato con amore da Massimo e Amalia Casella Pacca. È servito a rilanciare i rapporti con quel Club, che è in forte ripresa, e ha aperto prospettive interessanti di intesa con il Tiergarten di Berlino e il Casablanca. Purtroppo non molti Soci hanno potuto/voluto partecipare e questo ci ha dissuasi dall’insistere su altri viaggi sociali organizzati;

Antonio Siciliano ha completamente rinnovato il sito del Club con l’aiuto di un tecnico e ha preso ad alimentarlo con il materiale fornito da tutti noi. Problemi familiari gli hanno impedito di attuare tutto il suo programma di comunicazione verso l’interno del Club e verso l’esterno, ma ne ha posto solidamente le basi e le ha collaudate con successo.

E veniamo al grande tema dei progetti, nei quali siamo particolarmente forti, e alle iniziative culturali ad essi collegati:

abbiamo partecipato ai progetti distrettuali: Malaria, Diabete -Obesità – Ipertensione arteriosa, Legalità, PolioPlus. Quest’ultimo anche facendo correre con i nostri colori Giuseppe Papaluca, e con ciò raggiungendo il secondo posto nella graduatoria dei donatori;

abbiamo partecipato al progetto comune del Co.In volto a diagnosticare precocemente la celiachia;

abbiamo sostenuto come sempre il Centro di Riabilitazione Equestre “Tina De Marco” e il Centro Anziani di Via Marvasi, con il quale abbiamo costruito nel tempo un forte rapporto di fiducia reciproca. Se si ricorda il riserbo, per non dire diffidenza iniziale, è meraviglioso vedere come oggi gli anziani di Via Marvasi si raccontano a noi, chiedono con semplicità il nostro aiuto, danno seguito a ciò che è stato da noi iniziato: il Centro di diagnosi specialistica, la biblioteca soprattutto. Colgo l’occasione per dire che sono stata da loro venerdì scorso per festeggiare la catalogazione dei 3.200 volumi della Biblioteca, portata a termine con l’aiuto di tre giovani volontari del Servizio civile. È stata una semplice, ma partecipata manifestazione, in occasione della quale ho parlato loro della nuova illuminazione di Ponte Sisto che abbiamo promosso, suscitando grande interesse e un applauso spontaneo. Vorrebbero altri volumi e qualche conferenza, e avrebbero bisogno di un computer, anche usato se possibile. Hanno anche maturato l’idea, che avevo caldeggiato con loro un anno fa, di aprirsi ai giovani e stanno cercando di riappropriarsi degli spazi adiacenti, che il Comune ha ceduto ad altri, per poterlo fare. Non mi posso dilungare su questo punto, ma sarebbe magnifico se potessimo aiutarli in quella che potrebbe essere una trasformazione del Centro anziani, che è una brutta espressione nella “Casa delle vecchie e nuove generazioni”;

la Borsa di studio intitolata al Generale De Marco è stata conferita quest’anno ad un giovane con media altissima ma di famiglia modesta che frequenta l’ultimo anno del Liceo al Convitto Nazionale Emanuele II e che ho potuto scegliere io stessa per prima sul tabulato dei candidati meritevoli. La cerimonia del conferimento si è svolta in forma solenne nell’Auditorium dell’Istituto. In quella occasione ho consegnato al giovane una bella pergamena e ho avuto la possibilità di presentare ad un folto ed eletto pubblico la figura del nostro Socio fondatore. Il Rettore ha molto apprezzato la Borsa e il discorso, dicendosi aperto a future collaborazioni, e credo che ci si potrebbe pensare in vista di creare un Interact che non abbiamo ancora;

i nostri progetti africani, per i quali abbiamo avuto la sponsorizzazione di Acqua Latina e il contributo della Rotaty Foundation – un grande pozzo nel villaggio di Sobanet (Guinea), che ospita la Maison des Enfants, e una scuola a Tembien (Etipia) – sono il primo in avanzato stato di esecuzione e il secondo concluso. Il primo è stato occasione di una partnership fruttuosa con il RC Capitale, il secondo di una simpatica collaborazione con i De Bac, padre e figlio, e in entrambi ha avuto un ruolo centrale Sergio Giovannetti;

sono certa che ricorderete tutti la bella serata in IC cha abbiamo dedicato alla presentazione di questi progetti e le proiezioni alle quali abbiamo assistito, come anche le altre simili dedicate al nostro fiume Tevere, alla sua storia idraulica presentata dal Prof. Umberto Lattanzi e alla sua flora e fauna, presentate dalla Prof.ssa Giulio Caneva con l’intervento del nostro amico Ing. Roberto Grappelli. L’iter del progetto “Nuova luce e Ponte Sisto” è stato laborioso, ma è stato portato a termine in modo eccellente. Come abbiamo visto giovedì scorso con la nuova illuminazione il Ponte Sisto rifulge in tutta la sua bellezza, per la gioia degli occhi di coloro che lo percorrono a piedi o che lo ammirano dal basso, sulle rive del fiume, a cominciare da queste notti di estate. Grazie ad Acea e con il generoso impegno del pool dei nostri ingegneri (Giovannetti, Grappelli, Valli) abbiamo realizzato un’opera durevole e introdotto un seme di cambiamento per tutta l’illuminazione dei ponti sul Tevere nel tratto urbano. Ad Acea abbiamo consegnato giovedì scorso la targa in perspex da fissare sulla spalletta destra a capo del ponte, dalla parte di via Giulia;

in tema di conferenze e di serate in IC non posso non ricordare quelle in cui abbiamo avuto come relatori il giudice costituzionale Sabino Cassese e il quirinalista Sergio Piscitello: i loro rapporti su Stato e società in Italia oggi e sul presidenzialismo italiano, insieme al contributo dato da Gianclaudio De Cesare in quella occasione, fanno testo.

Molto stimolante è stato anche l’incontro in IC con il nostro Rotaract con la Dott.ssa Flaminia Giovannelli, sia per il tema che ha svolto, “La pace nel magistero papale”, che per l’interesse che la sua figura di operatrice umanitaria a grande livello ha suscitato in noi.

A realizzare un IC con l’Inner Wheel ci ha aiutato il prof. Carlo De Bac, che ha presentato la figura di Marie Curie riscuotendo molto successo. In generale tutte le conferenze sono state serie ma non pedantesche e mi piace ricordare qui anche quella dell’Amb. Raffaele Campanella “Leggere Dante oggi”, quella a due voci della Marchesa Dani del Secco d’Aragona e del Prof. Salvatore Mancuso sui presupposti genetici ed estetici dell’invecchiamento, istruttiva e divertente insieme, e l’ultima di Fabio Valli sul lavoro degli italiani all’estero visto dalla prospettiva della sua ampia esperienza di progettista internazionale.

Hanno completato in chiave soft il nostro programma culturale la visita guidata dalla Prof.ssa Giulia Caneva a Villa Farnesina, quella alla Chiesa di Sant’Agostino in IC con il RC Roma Est per ammirare la Madonna dei pellegrini di Caravaggio, quella alle Scuderie del Quirinale per la mostra di Vermeer e il Seicento olandese e la proiezione del film di Rossellini “Europa ‘51” presentata da me.

Una menzione a parte per l’impegno che ha comportato e l’apprezzamento che ha ricevuto merita il concerto organizzato da Pier Giuseppe Rossini, con il quale abbiamo anche noi ricordato Giuseppe Verdi nel bicentenario della nascita;

ho lasciato per ultime, per concludere, quelle che sono state insieme all’operazione Ponte Sisto le esperienze a me più care di questa Presidenza: il Ryla su “L’imprenditorialità giovanile. Idee, risorse, testimonianze” e il Premio Nazionale Casalegno dedicato al giornalismo internazionale.

La prima perché è stata un’iniziativa particolarmente utile a favore dei giovani, che ha fatto da volano ad una successiva iniziativa rotariana, il progetto Virgilio per il tutoraggio dei giovani imprenditori nella fase di start-up e perché è stata organizzata al più alto livello grazie alla collaborazione piena ottenuta dalla Facoltà di Economia della Sapienza e anche perché l’abbiamo portata avanti insieme, la Presidente del RC Roma Est Simona Pianese ed io, ed è stata il terreno sul quale si è sviluppata la nostra amicizia.

La seconda perché realizzare un Casalegno brillante, all’altezza della sua tradizione, in un anno di crisi, rappresentava una sfida difficile. Concentrandomi su di essa e grazie ad alcune circostanze che sono risultate favorevoli – in primis un Ministro degli Esteri che al momento era un diplomatico di carriera, sensibile al tema da me scelto – sono riuscita a vincerla. Questo Casalegno 2013 ha visto la partecipazione di nove Club, molte autorità rotariane, diversi ambasciatori e un folto pubblico; ha avuto un impatto mediatico (riscontri sulla stampa nazionale e rotariana, Rai due in “A come Adventure” ha trasmesso l’intervista ad Adeliade Casalegno) e ha ottenuto il gradimento dei Soci, a cominciare da Giorgio Castellucci, il giudizio del quale mi onora soprattutto.

Tutto qui. Feci quod potui, facient meliora sequentes. Mi piace congedarmi con questa frase classica, opportunamente rimaneggiata, che vuole essere di fiducia in chi viene dopo. Devo aggiungere, per adattarla compiutamente al caso specifico, che nulla di tutto ciò avrebbe potuto essere fatto senza l’impegno rotariano e la collaborazione e la sopportazione nei miei confronti del CD, e senza il consenso tacito ma tangibile del Club. Ma questo capitolo dei ringraziamenti miei personali e dei riconoscimenti formali lo apriremo dopo la cena, che vi auguro buonissima.

* * *

Carissimi Amici, questo è il momento, come avevo annunciato dei ringraziamenti miei personali a tutti i membri del CD, che mi hanno supportato e sopportato, e poi dei riconoscimenti  formali ai Soci che si sono distinti nel servizio rotariano di quest’anno e a coloro che si sono adoperati pur non facendo parte del Rotary per favorirne l’azione.

Vorrei quindi chiamare qui in ordine alfabetico i membri del CD per dare loro un ricordo di questa nostra esperienza condivisa, che vuole avere una valenza simbolica di affezione al Club Roma Nord Ovest: Tommaso Bruno;,Giorgio Castellucci;Gianclaudio De Cesare;Orazio De Lellis; Sergio Giovannetti; Alessandra Ianni; Franco Laurenza: Livio Morales; Rosaria Ranellucci; Giuseppe Saraceno; Antonio Siciliano; Fabio Valli.

Otto Paul Harris Fellows sono state chieste per i Soci del Club che chiamerò anch’essi in ordine alfabetico:

Massimo Casella Pacca di Matrice, per aver tenuto in mano con assiduità i rapporti con il Club gemello di Parigi e per aver organizzato con amore il nostro viaggio sociale a Parigi, che è stato fruttuoso per il Club;

Maria Carla Ciccioriccio, per la sua volonterosa partecipazione alle riunioni del Rotaract e per aver rappresentato il Club in attività e occasioni distrettuali e anche al Congresso internazionale di Lisbona;

Orazio De Lellis, per aver dato un contributo sostanziale alla Campagna per la prevenzione del Diabete, dell’Obesità e dell’Ipertensione arteriosa e per aver posto continuativamente la sua professionalità al servizio del Centro anziani;

Pier Giuseppe Rossini, per aver lavorato con tenacia ad un ambizioso progetto volto a valorizzare i giovani talenti musicali e per aver organizzato il bellissimo concerto del 4 giugno;

Sergio Giovannetti, per aver posto la sua professionalità e le sue amicizie al servizio dei progetti del Club e procurato un’importante sponsorizzazione, per aver collaborato insieme a Laura e alle altre signore del Club all’organizzazione del Burraco, per essere stato non il Segretario, ma il Super-segretario;

Mariano Marotta, per aver contribuito all’aumento dell’Effettivo presentando due nuovi Soci eccellenti e per aver fatto insieme al Socio Luciano Villanova il beau geste di offrire una sponsorizzazione al Casalegno;

Rosaria Ranellucci, per aver dimostrato con il suo zelo, la sua puntualità e la sua cortesia che anche un Socio giovane può rivestire un ruolo di responsabilità nel Club;

Fabio Valli per aver tenuto la Commissione progetti e gestito i rapporti esterni di essa con grande tatto e efficacia, per aver ottenuto che la Borsa De Marco potesse essere conferita nell’ambito di una scuola di eccellenza come il Convitto nazionale, e per essere stato proactive in diversi momenti decisivi per il successo delle iniziative progettuali.

Due Paul Harris Fellows sono state chieste per Rotariani non afferenti al nostro Club: Roberto Giacobbo, del RC Roma Est, per aver dato al Premio Casalegno un riverbero mediatico eccezionale, inserendo nella sua trasmissione su Rai Due “A come Adventure” l’intervista a A. Casalegno con un difficile quanto magnifico montaggio; Giulio Terzi di Sant’Agata, che è stato Socio rotariano in diversi momenti della sua vita errabonda di diplomatico, da ultimo negli Stati Uniti, perché la sua accettazione a presiedere la Giuria del Premio Casalegno è stata decisiva per la riuscita di esso, e anche per il contributo di azione personale che egli, da vero rotariano, ha dato, sia nella fase della selezione dei candidati che in occasione della manifestazione conclusiva, la premiazione.

Cinque piccole targhe in perspex e alluminio sono conferite a: Raimondo Besson, per la su generosa partecipazione al Progetto Sobanet; Calogero Cordaro, che ha dispiegato la sua alta professionalità a favore del Rotary; Giuseppe De Bac, per il suo eccezionale impegno per la realizzazione del Progetto Tembien; Giuseppe Papaluca, che ha corso generosamente la Maratona di Roma 2013 a favore del Club; Antonio Siciliano, che ha collaborato in modo esemplare al servizio del Club.

L’ultima cosa che devo ora consegnare è il Collare, che sono felice indossi Pino Saraceno, al quale auguro tutte le soddisfazioni che la sua versatilità e la sua grande capacità di impegno meritano. Rallegramenti a Paola, che vedrò con piacere nella veste di First Lady.

Il passaggio del collare dalla Presidente M.G. Melchionni al nuovo presidente G. Saraceno

Il passaggio del collare dalla Presidente M.G. Melchionni al nuovo presidente G. Saraceno

 

 In occasione del 56° Congresso Distrettuale ad Alghero (14-16 Giugno 2013) il Governatore Silvio Piccioni consegna alla Presidente Maria Grazia Melchionni i riconoscimenti ricevuti dal nostro Club per le attività svolte nell’A. R. 2012-2013: per il Ryla (L’imprenditorialità giovanile: idee, risorse, testimonianze) e per la Giornata di prevenzione del diabete, obesità e ipertensione arteriosa

Il Governatore Silvio Piccioni con la Presidente Maria Grazia Melchionni

Il Governatore Silvio Piccioni con la Presidente Maria Grazia Melchionni