Intervento della dr. ssa Serenella Pesarin (biografia), Direttore Generale per l’attuazione dei provvedimenti giudiziari presso il Ministero della Giustizia (Dipartimento Giustizia Minorile),  Roma

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da sinistra: dr.ssa Serenella Pesarin, il presidente Giuseppe Saraceno, la dr.ssa Maria Novella Tacci Presidente del Rotary Club Roma Sud e la sig,ra Paola Saraceno

I GIOVANI E LA SOCIETA’ MODERNA

Da diversi anni, la Giustizia minorile italiana opera sul riconoscimento e la valorizzazione del capitale umano dei giovani, la cui perdita o trascuratezza incide sulla ricchezza di una nazione. Tante sono le difficoltà di lavorare oggi col grande malessere dell’anima e la fragilità emozionale degli universi giovanili, spesso accompagnati da adulti non più portatori di coerenti pratiche educative e spesso incapaci a fronteggiare le complesse sfide contemporanee, sempre più frammentate e accelerate da repentini cambiamenti. Il modello d’intervento della giustizia minorile italiana è centrato non solo sulla persona, sulla responsabilità esclusiva dell’individuo  bensì  sulle  situazioni,  sul  contesto,  sul  mondo  adulto  e  sulla società  tutta.  Target fondamentale di chi opera coi minori autori di reato è rappresentato dalla governance dei processi di cambiamento, dalla cooperazione tra servizi, dalla significatività delle relazioni interpersonali, dall’efficacia della comunicazione sociale, dal lavoro di squadra nazionale ed internazionale, dalla sussidiarietà e solidarietà  non  decantate ma  praticate  come  stile di  comportamento  individuale  e  collettivo.

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Ci  serve giustizia sociale, una sfida che nasce dalla fatica che l’uomo ha sinora fatto per affermare la titolarità dei minori come portatori di diritti soggettivi e non come destinatari: l’utente deviante non è un destinatario ma una persona con la sua dignità, che va ascoltato e compreso, nella quale entrare con empatia, che non significa “farsi coinvolgere” bensì far parlare la “pancia” delle emozioni. Lavorare coi giovani significa essere pionieri del cambiamento dove non c’è una persona che vince ed una che perde, non c’è la frammentazione ma la narrazione, non c’è la virtualità ma la realtà fatta da persone umane, con i loro dolori, le loro gioie, le loro paure, ma anche i loro sogni e i loro successi. Da più parti sentiamo parlare di crisi: ciò non ci deve spaventare così come non ha spaventato chi ci ha preceduto in precedenti generazioni, perché siamo di fronte solo ad una rottura di equilibri che devono essere governati e riattualizzati, come ci insegna la storia dell’umanità. Solo insieme al territorio, alle altre istituzioni, al terzo settore, all’associazionismo, nell’era delle trasformazioni sempre più veloci, in assenza di nuove categorie educative di riferimento, si può comprendere come la eterogeneità giovanile sia un valore aggiunto che, seppure richieda costi e sacrifici e abbandono delle certezze conosciute, produce di certo un cambiamento culturale qualitativo ed innovativo il quale, se sorretto da una diffusa comunicazione sociale, genera certamente linguaggi comuni, sfide e valori condivisi, saperi forti, promozione del benessere e soprattutto, speranza e fiducia nell’oggi. Guai a non far sognare le nuove generazioni, a non far loro credere nel futuro e a intimorirli rispetto a quello che verrà, perché quello che verrà è il risultato di quanto sapremo costruire oggi, e non domani. Forse questa crisi è l’occasione che ci serviva per riportare al centro il valore e la dignità della persona umana e comprendere quanto le relazioni interpersonali e intergenerazionali possano ritessere i nodi inquieti dell’anima dei nostri giovani e di noi adulti.

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da sinistra: dr.ssa M.G. Graziani, dirigente gastroenterologa dell’ospedale san Camillo-Forlanini e socia del Rotary Club Roma, il presidente Giuseppe Saraceno, il dr. Francesco Monterosso, responsabile della farmacia del Vaticano, la dr.ssa Elisabetta Lupo, consulente dell’Ospedale Fatebenefratelli

L’intervento della dr.ssa Pesarin, preceduto da un video (GUARDA) realizzato con le voci di giovani presenti in istituti penali per  minorenni,  è stato seguito con molta attenzione e interesse e applaudito da tutti i presenti alla conviviale. Al termine sono intervenuti, ampliando la discussione sui problemi generali della giustizia in Italia, Giorgio Castellucci,  Sergio Giovannetti, Pier Giuseppe Rossini, Alfredo Vitali e Ignazio Lo Coco.

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da sinistra: Ilana Habib Presidente e Federico De Lellis Segretario RAC (Rotarac Roma Nord Ovest)

Soci prenotati 25, presenti 27.

Ospiti dei soci: Leonello Ceschini di Giuseppe Fiore, Francesco Giordano e sig.ra Patrizia di Sergio Giovannetti, Alessandro Taffo di Paolo Mellaro, Elios Russo di Robert Montier, Maria Giovanna Graziani, Francesco Monterosso e Elisabetta Lupo di Giuseppe Saraceno.

Inoltre erano presenti: Antonio Basta consorte della dr.ssa Serenella Pesarin, il Presidente Ilana Habib e il Segretario Federico De Lellis del Rotaract Roma Nord Ovest, il Past Presidente del R.C. Roma Castelli Romani Maria Teresa Lo Bianco e il Presidente del R.C. Roma Sud Maria Novella Tacci.

Rotary Roma Nord Ovest
Author: Rotary Roma Nord Ovest

IL 19 giugno 1980 un gruppo di professionisti, imprenditori, operatori economici, giornalisti, appartenenti alle Forze Armate e rappresentanti delle istituzioni costituisce il Rotary Club Roma Nord Ovest che riceve la “ Charta “ il 23 ottobre, presidente il Gen. Girolamo De Marco. Il cavallino ne è il simbolo distintivo e rappresenta la voglia di correre e di proseguire . Da sempre il Club rivolge l’attenzione alle nuove generazioni alle quali ha sempre ritenuto di rivolgere la massima attenzione perché in esse è da riporre ogni speranza per un domani migliore. Nel 2002 è Club padrino del Rotary Club Roma Mediterraneo e nel 2004 del Rotary Club Roma Centenario. Affianca organizzazioni umanitarie con iniziative locali, il progetto PolioPlus, progetti per portare l’acqua in villaggi dell’Africa o per la lotta alla malaria. Il C.R.E. (Centro di Riabilitazione Equestre), dal 1989, aiuta i giovani disabili con l’ippoterapia. Il Premio di Giornalismo Carlo Casalegno, dal 1980 in memoria di un giornalista ucciso dai terroristi, intende ribadire la fede del Club nelle Istituzioni e nella Democrazia premiando i giornalisti che nel loro lavoro si avvicinano all’ideale del servire rotariano.