III CURIOSITA’ ROMANA

Buongiorno a tutti e buon 1 Settembre! A seguire l’appuntamento con la nostra Curiosità Romana N.3

Oggi per la nostra curiosità romana invertiamo arbitrariamente un antico proverbio latino “Ubi Maior Minor Cessat” con “Ubi Minor Maior Cessat” e vi raccontiamo il perché di questo bizzarro gioco di parole…

Tutti conoscono la grandiosa Fontana di Trevi, ma non tutti sanno che nascosta all’interno della mossa scogliera in travertino, animata da essenze vegetali e animali scolpiti, si trova una Fontanella più piccola, che sfugge all’occhio frettoloso, ma molto simbolica e rappresentativa. Si tratta della

FONTANELLA DEGLI INNAMORATI

La fontanella adibita ad uso pubblico, è situata sul fianco destro dell’insieme monumentale. E’ costituita da una semplice vaschetta rettangolare in travertino posata su una finta roccia, posizionata all’interno di una nicchia scavata nel blocco scultoreo. L’acqua fuoriesce a lancio incrociato da due cannelle inserite lateralmente nelle pareti marmoree.

Non sono le decorazioni a rendere importante questa fontanella quanto una bellissima leggenda e un rito legato ad essa. Secondo la tradizione, le coppiette di innamorati che bevono l’acqua da questa fontanella rimarranno per sempre unite e fedeli.

L’origine di questa romantica leggenda viene dal passato, in quanto era rivolta alle coppie di fidanzati in cui il ragazzo si sarebbe dovuto allontanare per lungo tempo come, ad esempio, in occasione del servizio militare. Il rito prevedeva che la sera prima della partenza la coppia si incontrasse davanti alla fontanella e che la ragazza offrisse da bere al fidanzato utilizzando un bicchiere mai usato prima. Immediatamente dopo l’utilizzo, il bicchiere doveva essere rotto e solo allora la fanciulla poteva sentirsi sicura che il giovane non l’avrebbe dimenticata. La logica era inesorabile: bevendo l’acqua di Trevi non ci si poteva scordare di Roma e quindi neanche dell’amata lontana.

E sempre secondo la tradizione pare che la fontanella sia stata ideata da Nicola Salvi in quanto, durante i lavori edili, una giovane coppia andava sempre a dissetarsi in tale luogo… L’amore a Roma e i riti del corteggiamento sono sempre stati molto importanti, perché è stato questo sentimento eterno che ha permesso la nascita delle arti, costruito magnificenze, generato duelli e creato una civiltà, sempre nel nome di Eros.

Una simile storia è collegata con molta probabilità alla tradizione più conosciuta e persistente, del lancio della monetina, da parte dei turisti, dentro la fontana di Trevi: compiendo questo atto a occhi chiusi, voltando le spalle verso palazzo Poli, ci si propizierebbe un futuro ritorno nella città. L’ origine della tradizione potrebbe derivare dall’antica usanza di gettare nelle fonti sacre oboli, o piccoli doni per propiziarsi la divinità locali, come per i pozzi dei desideri.

L’introduzione del lancio della monetina nella fontana di Trevi è attribuita all’archeologo tedesco Wolfgang Helbig che soggiornò tra L’ Ottocento e il  Novecento a lungo a Roma. Helbig, che fu un punto di riferimento per la vita mondana tedesca a Roma, si ispirò proprio a questi riti antichi per alleggerire l’addio dei suoi ospiti dalla città eterna. Un altro curioso aneddoto è costituito da una inattesa scultura di un oggetto sulle rocce, che copre il parapetto sulla sinistra della fontana: un grande vaso di travertino (detto Asso di coppe per la forma che ricorda molto quel simbolo raffigurato sulle carte da gioco).

Le chiacchiere del tempo riportano che il Salvi l’avesse fatto mettere in quel punto per disturbare la vista di un barbiere che aveva bottega lì a fianco e continuava a criticare il lavoro dell’architetto.

Sembra che in tal modo il vaso – che effettivamente non ha nulla a che vedere con il tema della fontana, né si riscontra alcunché di simile sull’altro lato – impedisse un’agevole visuale dei lavori all’inopportuno critico.

Anche i dispetti, i pettegolezzi e le dispute fanno parte dell’anima antica di Roma e dei Romani.

Chiudiamo questa Curiosità Romana con una citazione che ben illustra “il mal di Roma”, che prende tutti coloro che la visitano. Caotica, grande, meravigliosa, povera, accogliente e sempre desiderata città.

T’invidio, turista che arrivi, / t’imbevi de Fori e de scavi, / poi tutto d’un colpo te trovi / Fontana de Trevi tutta per te! / Ce sta ‘na leggenda romana / legata a sta vecchia fontana  / per cui se ce butti un soldino / costringi il destino a fatte tornà.

Renato Rascel, Pietro Garinei e Sandro Giovannini, Arrivederci Roma, 1955

Buon mese di settembre rotariano a tutti!

Rotary Roma Nord Ovest
Author: Rotary Roma Nord Ovest

IL 19 giugno 1980 un gruppo di professionisti, imprenditori, operatori economici, giornalisti, appartenenti alle Forze Armate e rappresentanti delle istituzioni costituisce il Rotary Club Roma Nord Ovest che riceve la “ Charta “ il 23 ottobre, presidente il Gen. Girolamo De Marco. Il cavallino ne è il simbolo distintivo e rappresenta la voglia di correre e di proseguire . Da sempre il Club rivolge l’attenzione alle nuove generazioni alle quali ha sempre ritenuto di rivolgere la massima attenzione perché in esse è da riporre ogni speranza per un domani migliore. Nel 2002 è Club padrino del Rotary Club Roma Mediterraneo e nel 2004 del Rotary Club Roma Centenario. Affianca organizzazioni umanitarie con iniziative locali, il progetto PolioPlus, progetti per portare l’acqua in villaggi dell’Africa o per la lotta alla malaria. Il C.R.E. (Centro di Riabilitazione Equestre), dal 1989, aiuta i giovani disabili con l’ippoterapia. Il Premio di Giornalismo Carlo Casalegno, dal 1980 in memoria di un giornalista ucciso dai terroristi, intende ribadire la fede del Club nelle Istituzioni e nella Democrazia premiando i giornalisti che nel loro lavoro si avvicinano all’ideale del servire rotariano.