Roma il 21 Aprile 2024 compirà 2777 anni, ed è una città stratificata nei millenni, insolita e misteriosa. Tra le sue infinite leggende, curiosità, e straordinarie sorprese ci sono I PALAZZI PARLANTI. Tra questi il più importante e famoso per i Romani è PALAZZO SPADA. 

facciata di Palazzo Capodiferro Spada 

A Piazza Capo di Ferro, proprio dietro Campo dè Fiori, si erge Palazzo Spada, magnifico edificio, oggi sede del Consiglio di Stato Italiano, che ha assunto il nome della famiglia Spada nel Seicento; il palazzo ha, però, un’origine più antica, essendo stato fatto edificare nel corso del Cinquecento dal Cardinal Girolamo Capodiferro (1502-1559). Quest’ultimo, a partire dal 1548, lo aveva fatto costruire, inglobando anche edifici preesistenti appartenenti alla sua famiglia, dall’architetto Bartolomeo Baronino (1511-1554) di Casale Monferrato, già attivo nel vicino cantiere di Palazzo Farnese, a contatto con Antonio da Sangallo e la sua cerchia. 

Nella primavera del 1550, in occasione dell’anno giubilare, il Palazzo Capodiferro era quasi del tutto ultimato, anche relativamente alle splendide decorazioni in stucco che ne impreziosiscono la facciata e il cortile interno, la cui esecuzione era stata affidata a due botteghe artistiche specializzate, guidate rispettivamente da Giulio Mazzoni e Diego di Fiandra e da Tommaso del Bosco e Leonardo Sormani. 

Introdotta da un piano a bugnato, la ricchissima facciata mostra una serie di nicchie con 8 bianche statue di Uomini Illustri per la storia di Roma, tra i quali Romolo, Cesare, Augusto e Traiano; sono uomini che con il loro coraggio e le loro alte virtù costituirono un modello esemplare di vita per gli 

uomini del Rinascimento, che tanto amarono e imitarono l’arte classica con il suo ricco bagaglio di valori morali. 

Più in alto, al centro, spiccano gli stemmi delle due potenti famiglie che dal ‘500 in poi possedettero l’edificio, i Capodiferro e gli Spada, che nel ‘600 al suo interno commissionarono a Francesco Borromini la strepitosa Galleria prospettica. 

Nel registro mediano, una sequenza di tondi con l’impresa del cardinal Girolamo Capodiferro: un cane posto ai piedi di una colonna fiammeggiante, avvolta dal cartiglio col motto Utroque Tempore (“in qualsiasi tempo”, in segno di fedeltà alla religione). 

L’ultimo piano è concluso, in alto, con le tabelle recanti in latino la sintesi delle principali imprese degli Uomini Illustri. Eleganti motivi di festoni, figure fantastiche, candelabre, nonché il dispiegamento di un complesso programma simbolico e celebrativo, rendono il prospetto del palazzo uno dei maggiori raggiungimenti dell’arte dello stucco e dell’architettura decorata del rinascimento a Roma. 

Ma vi è anche un altro PALAZZO PARLANTE, particolarmente suggestivo e ricco di storia che il popolo romano ha ribattezzato… 

LA CASA DEI PUPAZZI – TRA MOSTRI, SATIRI E ANGELI 

In Via di Banchi Vecchi, zona Campo dei Fiori, precisamente al numero 22, si trova la straordinaria Casa dei Pupazzi, o Crivelli. Questa sarebbe l’abitazione di un orefice milanese, Gian Pietro Crivelli, un membro dell’università degli Orefici e più volte console e camerlengo. Decise lui stesso, intorno al 1538, di far costruire l’intera palazzina. E la commissionò ad un architetto rimasto sconosciuto. Palazzo Crivelli e Palazzo Spada sono gli unici due edifici di Roma a possedere una facciata decorata a stucchi. 

La particolare facciata è realizzata interamente in stucco con intenti auto celebrativi, con diversi tipi di decorazioni. Al pianterreno una porta rettangolare con un architrave su mensole riporta l’iscrizione: “Io. Petrus. Cribellus. mediolanen.(sis.) sibi. ac. suis a. fundamentis. erexit”. Ossia “Gian Pietro Crivelli milanese eresse dalla fondamenta per sé e i suoi familiari”. 

Il primo piano comincia ad essere più decorato. Quattro finestre rettangolari, si dividono coperte da stucchi con trofei di scudi e corazze. Alcuni grotteschi mascheroni e delle teste leonine sormontano le decorazioni. Un’altra incisione è dedicata agli stemmi di alcuni pontefici. Probabilmente appartenenti a Giulio II della Rovere, Paolo III Farnese, e Urbano III nonché antenato del proprietario. 

Al secondo piano le decorazioni si arricchiscono, le finestre sono sormontate da timpani curvi e triangolari e dei puttini sorreggono alte candeliere. Sopra i timpani curvi, coppie di satiri sollevano lunghi festoni. Il terzo ed ultimo piano è strutturato come una loggia, dove le paraste sono state erette con capitelli corinzi. Le quattro finestre sono due curve e due rettangolari. Sopra le finestre rettangolari, sono stati raffigurati due importanti episodi accaduti durante il pontificato di Paolo III. In uno è rappresentato Carlo V che bacia il piede al papa e nell’altro, Paolo III si riconcilia con Carlo V e Francesco I da Nizza. 

Rotary Roma Nord Ovest
Author: Rotary Roma Nord Ovest

IL 19 giugno 1980 un gruppo di professionisti, imprenditori, operatori economici, giornalisti, appartenenti alle Forze Armate e rappresentanti delle istituzioni costituisce il Rotary Club Roma Nord Ovest che riceve la “ Charta “ il 23 ottobre, presidente il Gen. Girolamo De Marco. Il cavallino ne è il simbolo distintivo e rappresenta la voglia di correre e di proseguire . Da sempre il Club rivolge l’attenzione alle nuove generazioni alle quali ha sempre ritenuto di rivolgere la massima attenzione perché in esse è da riporre ogni speranza per un domani migliore. Nel 2002 è Club padrino del Rotary Club Roma Mediterraneo e nel 2004 del Rotary Club Roma Centenario. Affianca organizzazioni umanitarie con iniziative locali, il progetto PolioPlus, progetti per portare l’acqua in villaggi dell’Africa o per la lotta alla malaria. Il C.R.E. (Centro di Riabilitazione Equestre), dal 1989, aiuta i giovani disabili con l’ippoterapia. Il Premio di Giornalismo Carlo Casalegno, dal 1980 in memoria di un giornalista ucciso dai terroristi, intende ribadire la fede del Club nelle Istituzioni e nella Democrazia premiando i giornalisti che nel loro lavoro si avvicinano all’ideale del servire rotariano.