I Nostri Progetti

Come possiamo concorrere, affiancando le istituzioni, al benessere della nostra società? E, in particolare, come possiamo contribuire a dare fiducia nel futuro ai nostri giovani, che sono non solo penalizzati ma anche traumatizzati dalla decrescita? E cosa possiamo fare per agevolare i rapporti umani e sociali nella nostra città, anche agendo sull’ambiente in un punto suscettibile di esercitare un impatto profondo sulla sensibilità della gente?

Entriamo con ciò nel grande tema dei progetti e delle iniziative culturali ad essi inerenti che caratterizzeranno l’anno rotariano 2012-2013. Premesso che:

–                      nessuno dei nostri progetti storici verrà archiviato e che continueremo a sostenere con le entrate ordinarie e con iniziative ad hoc: il Cre, il Casalegno, il Centro Anziani, l’Ospedale del Cairo, la borsa De Marco, le campagne Malaria, Diabete, Polio Plus, Legalità;

–                      parimenti porteremo avanti, se Alfredo Vitali è d’accordo per continuare ad occuparsene, il programma pilota del Rotary Partner aziendali 2011-2014;

–                      questo Consiglio ha fatto proprio il progetto Sobanet (Guinea) che il Consiglio precedente stava portando avanti. Il progetto riguarda la “Maison des Enfants”, una fondazione creata dall’imprenditore bresciano Riccardo Piccaluga che ospita 421 bambini orfani nel villaggio di Sobanet ,nella Repubblica di Guinea, a circa 300 km dalla capitale, Conacry. Il progetto consiste nella costruzione di un pozzo per attingere acqua potabile a circa 40 mt di profondità e di un serbatoio di accumulo pensile della capacità di 20.000 litri nel villaggio dove già funzionano una scuola elementare,una scuola media e 5 scuole professionali nonché un centro pediatrico in cui operano medici italiani volontari. Al costo previsto, di circa 40.000 euro,il nostro Club partecipa per 5.000,00 euro, con sponsorizzazione completa, insieme al Rotary Club Roma Capitale,al nostro Distretto e alla Rotary Foundation. I lavori avranno inizio il prossimo autunno.

–                      per il nuovo anno abbiamo varato, su iniziativa di Giorgio Castellucci, un nuovo progetto africano per il completamento di una scuola nel Distretto di Tembien (Etiopia). Il progetto prevede la costruzione dei muri perimetrali, oggi realizzati con cannucciato, degli infissi di porte e finestre, delle tramezzature interne, salvando il tetto di materiale leggero recuperabile. Il costo previsto è di 7.500,00 euro e il nostro Distretto, notizia di ieri, ha accettato di cofinanziare l’opera al 50%. Pertanto l’onere del nostro club sarà di 3.750,00 euro, da porre in bilancio, ove non si reperisse un altro sponsor. I lavori potranno avere inizio all’accredito del Distretto in quanto è già stata reperita la ditta esecutrice locale, presentata da una importante impresa italiana di Addis Abeba;

–                      ma il clou delle nostre attività ruoterà intorno ai temi del bene della città e del futuro dei giovani con un progetto originalissimo, un Ryla, un Forum:

  • per giovare alla città abbiamo scelto di occuparci del suo fiume, il Tevere, e stiamo prendendo in considerazione l’idea di incentrare sull’armonia sociale nella città anche il Forum sulla pace che vogliamo organizzare per il 23 febbraio. Avevo intravisto la possibilità di occuparci del Tevere durante una delle prime riunioni del CoIn alla quale avevo partecipato, dove si era parlato di progetti in corso sotto l’etichetta “Adottiamo il Tevere”. Lo dissi a Fabio Vallli, designato responsabile della Commissione progetti, chiedendogli di studiare la possibilità di inserire quel filone di iniziative con un’azione nostra e Fabio, che è un romano “rivierasco”, formulò subito una proposta bellissima di riqualificazione ambientale: rivisitare l’illuminazione dei ponti sul Tevere nel tratto cittadino armonizzandola nel suo insieme e rendendola energeticamente sostenibile, e con il fine di esaltare la presenza del fiume che scorre per un buon tratto lungo il centro storico e le belle architetture che lo sovrastano. La storia del progetto, sulla quale non posso e non voglio soffermarmi ora, vi sarà raccontata dai protagonisti stessi giovedì 4 ottobre, quando esso verrà presentato alla vigilia della sua attuazione, che quest’anno avrà per oggetto il ponte Sisto, il più vivace, il più familiare, il più simpatico dei ponti sul Tevere e si chiamerà, quindi, “Luce sul ponte Sisto”. Grazie a quello che io chiamo “il pool degli ingegneri” – sono ingegneri, infatti, il Socio che ha avuto l’idea, Fabio, quello che ha formulato la strategia di attuazione, Sergio, gli amici come l’ing. Roberto Grappelli e i vertici dell’Acea che hanno curato meravigliosamente l’iter del progetto fino all’approvazione. Guardate che non è stato facile riuscire nell’arco di tempo che avevamo a disposizione. Qualcuno mi diceva: «Guarda, non illuderti di riuscire a concludere». Ma io lo volevo fortemente e questo meraviglioso “pool degli ingegneri” ha fatto il miracolo. Grazie, grazie moltissime per questa bella operazione rotariana. Poiché il nostro logo ci impegna anche sul terreno della conoscenza, ecco che in relazione al Tevere abbiamo pensato non solo di migliorare la visibilità del fiume, ma anche la conoscenza che ne abbiamo. Così si terranno da noi – auspice ancora l’ing. Roberto Grappelli – due importanti conferenze: una del Prof. Umberto Lattanzi sulla storia e l’idraulica del Tevere e l’altra della Prof. Giulia Caneva sulla flora e la fauna che lo popolano, considerate anche nel loro rapporto con l’arte classica.
  • Il Tevere e noi” non è l’unico tema culturale del primo semestre, perché avremo anche due occasioni di approfondimento di temi “politici”: il rapporto fra Stato e società nel nostro Paese, del quale ci parlerà Sabino Cassese, il giudice costituzionale e il caposcuola del nuovo diritto amministrativo italiano (la   New Italian Public Law), e la prospettiva di un presidenzialismo italiano, che sarà presentata da Sergio Piscitello, un quirinalista d’eccezione perché della vita del Palazzo è stato testimone per molti anni, e autorevolmente discussa dal nostro Gianclaudio De Cesare.
  • Del Forum sulla pace non posso dire oggi, perché abbiamo l’intenzione di organizzarlo insieme all’Est e non abbiamo ancora elaborato una visione comune. A me piacerebbe farlo il collaborazione conla LUMSA, dove ho insegnato per molti anni e ho cari amici. Se vogliamo avere la partecipazione dei giovani, dobbiamo cercarli nelle Università e fra tuttela LUMSA è la più adatta in questo caso.
  • Il futuro dei nostri giovani. Come docente e come madre, sento acutamente lo stimolo del dovere di fare qualcosa a questo fine. Ho due quadri a casa, casualmente capitati nelle mie mani, che mi sono cari per il messaggio forte che trasmettono. Rappresentano due giovani appartenenti a due diverse generazioni, quella del primo e quella del secondo dopoguerra, impegnati a costruire con il lavoro un futuro migliore: in uno, un giovane operaio dell’Urss guarda fiducioso davanti a sé, chin up, e alle sue spalle ci sono la città che cresce, i palazzi in costruzione, le gru all’opera; nell’altro siamo in Italia negli anni della ricostruzione, anche qui la figura di un giovane operaio campeggia in un atteggiamento che dà una impressione di grande volontà ed energia mentre tutte le attività produttive rilanciate dopo la guerra dal Piano Marshall sono rappresentate ai due lati del quadro. Ebbene quegli sguardi, quelle fedi, quelle volontà non ci sono, purtroppo, negli occhi dei nostri giovani. Dobbiamo aiutarli a ritrovarli. L’occasione per fare qualcosa me l’ha offerta Simona, che aveva pensato insieme ad un suo Socio, il Prof. Antonio Pedone, ad un Ryla sull’“Imprenditorialità giovanile: idee, risorse, testimonianze”. Un’idea magnifica, da attuare in sinergia con la Facoltà di Economia della Sapienza, la Facoltà di appartenenza sia di Pedone che mia. Infatti abbiamo ottenuto dal Direttore del Dipartimento di Management la più ampia collaborazione. Si svolgerà venerdì 19 aprile e durerà tutto il giorno, sarà aperto a tutti i Rotarctiani e agli studenti della Sapienza-Facoltà di Economia che vorranno iscriversi. La mattina molti brevi interventi di alto livello che informeranno sulle novità normative di ogni genere, sulle opportunità esistenti e sulle agevolazioni previste, il pomeriggio le start up di giovani imprenditori italiani, che Stefano Folli mi ha promesso di venire a presentare.

Dell’andamento di tutti questi progetti, cari Amici, sarete tenuti informati regolarmente nel corso delle nostre conviviali, per condividere con l’equipe che li gestisce il piacere di vederli crescere e per eventualmente collaborare.

Non posso chiudere il discorso sui progetti senza parlare del CRE, del Casalegno e del nostro gemellaggio con il Rotary Club Champs Élysées di Parigi.

È vero che il CRE si è dato, per ragioni finanziarie, un’identità autonoma rispetto al Club, ma il CRE è una costola del Nord-Ovest, vive per la volontà e la tenacia di nostri Soci e delle loro mogli (il nostro presidente pro tempore ne è presidente onorario), ci è riconosciuto come una delle nostre più importanti realizzazioni. Al CRE dobbiamo dedicare molta attenzione, farne un modello di intervento del Rotary a sostegno dei bisogni della società in un momento di crisi dello Stato sociale.

Il Casalegno è andato crescendo nel tempo in solennità e in rinomanza della manifestazione ed è sempre un’iniziativa valida, che si colora di diversa importanza a seconda dei momenti. Oggi, a mio avviso, rappresenta un’occasione interessante di contatto della società civile con il mondo dei media, quasi a compensare il gup che si è creato fra la stessa e il mondo della politica. Per questo porteremo avanti il Casalegno, che per quanto sia diventato gravoso per noi è un dovere.

A me piacerebbe che quest’anno si pensasse di premiare il giornalismo che si occupa di politica internazionale: da tempo la politica internazionale impatta profondamente sulla politica interna, ma l’informazione in proposito continua ad essere molto limitata. Dobbiamo rovesciare questa tendenza, perché la società italiana ha bisogno di essere più e meglio informata sul mondo nel quale è immersa.

Anche il nostro Club gemello di Parigi ha come presidente una donna, Muriel Monetti, con la quale, grazie ai buoni uffici di Massimo Casella Pacca che ha svolto per mio conto più di una missione a Parigi e grazie a quella risorsa importante che è la complicità femminile, si è aperta una nuova prospettiva di dialogo, di collaborazione e di incontri. Questo gemellaggio ha avuto momenti molto positivi e piacevoli e, a mio avviso, va coltivato, anche nell’interesse dei nostri giovani Rotaractiani.