Relazione programmatica del 5 luglio 2012

Programmatica 5 luglio 2012

 

Carissimi Amici,

grazie per essere venuti, numerosi, all’inaugurazione di questo nuovo anno rotariano, grazie per essere qui anche in rappresentanza del Governatore o dei vostri Club, grazie per essere arrivati anche da molto lontano. Spero che ciò che dirò vi sarà gradito, perché l’ho pensato – così scriveva Mazzini – «con un cuore che v’ama»; ma se non fosse così, spero che sarete indulgenti e mi darete il tempo di incidere sul programma nel senso da voi auspicato in corso d’opera.

Il programma che mi accingo a presentarvi è il risultato di un lavoro preparatorio iniziato da me molti mesi fa, quando ho partecipato all’Institute rotariano di Milano, che mi ha offerto l’occasione di riflettere sulle ragioni e sui modi di fare Rotary oggi.

Quindi, prima di descrivervi il programma d’azione per l’anno 2012-2013, è necessario che io vi dia conto – molto brevemente – delle concezioni che nel corso di quella esperienza ho assimilato e che evidentemente trovavano rispondenza nel mio background culturale, perché esse rappresentano il fondamento teorico del programma che ho successivamente elaborato con l’aiuto del team che mi affianca.

Il mio intervento si articolerà in tre momenti:

–            LA VISION;

–            LA MISSION;

–            LE PRACTICALITIES.

 

La vision

Uno dei motti del Rotary è: Doing good in the world, che va letto in combinato

disposto – come dicono i giuristi – con un altro motto: Rotary is about change.

La visione rotariana si ispira al concetto che il mondo può cambiare in meglio, è una visione che pone l’accento sulla necessità di cambiare ciò che in noi, nei Clubs, nella società, nel mondo è carente o non ha giustificazione, ciò che non è buono per l’individuo, il gruppo, la società, l’umanità.

Il Rotary vuole dare un suo contributo all’evoluzione storica del mondo. Qualcuno ha detto a Milano: «Nei primi decenni lo scopo principale dell’azione rotariana è stato la pace; poi la società, i giovani e lo sviluppo; in futuro si tratta di adattarsi ai cambiamenti del mondo nel determinare i fini dell’azione».

Non so se questo è il modo più appropriato per collocare storicamente l’azione rotariana. In ogni caso l’attività del Rotary, che certamente nel tempo ha privilegiato alcune priorità rispetto ad altre, appare riconducibile nell’insieme alla pratica della diffusione nel mondo di un sempre più ampio riconoscimento dei diritti umani (della persona, della famiglia, dei gruppi) e della loro protezione. Insisto sulla parola “pratica” perché il Rotary non predica la dottrina dei diritti umani, non li teorizza, non ne definisce gli standards, ma svolge un’azione concreta a favore del loro riconoscimento e della loro protezione là dove le circostanze del momento storico li rendono attuabili.

 

La mission

Ho cercato di ricondurre la linea d’azione del nostro prossimo anno rotariano nel quadro di questa visione molto generale rispondendo alle domande:

–                      come possiamo migliorare ulteriormente le nostre performances di Rotariani?

–                      come possiamo migliorare il nostro vivere insieme nel Club?

–                      come possiamo concorrere, affiancando le istituzioni, al benessere della nostra società?

E, in particolare,

–                      come possiamo contribuire a dare fiducia nel futuro ai nostri giovani, penalizzati non solo, ma direi traumatizzati dalla decrescita?

–                      cosa possiamo fare per agevolare i rapporti umani e sociali nella nostra città, anche agendo sull’ambiente in un punto suscettibile di esercitare un impatto profondo sulla sensibilità della gente?

Il logo che ho posto in epigrafe al nostro programma fa riferimento agli atteggiamenti che si richiedono per attuarlo:

–                      la curiosità che è stimolo alla conoscenza:

  • conoscenza reciproca da approfondire: con la frequentazione, con l’offerta di numerose occasioni per stare insieme;
  • conoscenza partecipando a discussioni e a eventi che toccano aspetti rilevanti della nostra vita associata, sia di rotariani che di cittadini italiani ed europei;
  • conoscenza che è novità, che apre nuovi orizzonti, che produce il cambiamento;

–                      l’empatia:

  • tra i fluidi emozionali che rendono scorrevoli le relazioni intersoggettive l’empatia è quello che pone l’accento sull’altro. L’empatia è mossa dalla compassione per il disagio, per la sofferenza dell’altro e tende ad alleviarli;
  •  l’empatia è necessaria per servire «uniti come un sol uomo» sulle vie dell’interesse pubblico e per il bene delle nuove generazioni che sono state prescelte per l’anno 2012-2013.

 

Vengo ora ai diversi aspetti del programma.

  1. 1.         Come possiamo migliorare ulteriormente le nostre performances di rotariani

Il Roma Nord-Ovest è un Club che ha avuto fin dalla sua costituzione una precisa identità, improntata alla visione del padre fondatore, il generale De Marco, la cui memoria è sempre viva fra noi. Le iniziative di rilievo alle quali il Club ha dato vita, alcune delle quali di grande rinomanza come il Cre e il Premio Casalegno, e le numerose attività di servizio nelle quali il Club si è impegnato negli oltre 30 anni della sua esistenza ne fanno uno dei Club più dinamici e considerati del Distretto 2080. Noi siamo orgogliosi di questo, e siamo anche consapevoli che per essere all’altezza delle nostre responsabilità e delle nostre ambizioni di poter fare di più dobbiamo accrescere la nostra capacità di operare.

In particolare dobbiamo:

–                      aumentare il nostro effettivo con l’ingresso di nuovi Soci e/o mediante  la fusione con un Club più piccolo e più giovane (questa è oggi la tendenza in atto nel Rotary ed è bene tenerne conto). Vorrei spendere qui una parola sull’utilità di inserire i giovani nel Rotary. I giovani sono portatori dell’entusiasmo e dello spirito di avventura necessari per misurarsi con il nuovo che bisogna far nascere. Conosciamo le difficoltà che vi si frappongono e penso che dovremmo regolare diversamente le condizioni di ingresso dei giovani under 40 (mezza quota di ingresso e rateizzazione della stessa) se vogliamo avere qualche possibilità;

–                      curare la formazione dei Soci giovani, perché veri rotariani si diventa, non si nasce. Un modo potrà essere quello di dedicare qualche minuto, in apertura delle conviviali, ad un pensiero rotariano, a “Tre minuti di Rotary” da portare con noi durante la settimana;

–                      riuscire a coinvolgere tutti i Soci nel fare concretamente più Rotary, perché il Rotary si ama facendolo;

–                      partecipare di più alle iniziative distrettuali e quindi contare di più in quella sede (obiettivo raggiungibile solo se ci allarghiamo).

  1. 1.                   Come possiamo migliorare il nostro vivere insieme nel Club e nel Rotary

Possiamo sviluppare la conoscenza reciproca mediante:

–                      l’offerta di più occasioni di affiatamento fra i Soci del Club: possibilmente 3+1 al mese;

–                      l’organizzazione di conviviali e altri eventi in interclub: non meno di 1 al mese (abbiamo già posto le premesse di ciò con il Rotary Club Roma Est grazie all’asse che abbiamo stabilito da incoming Simona ed io, propiziata da amici comuni e costruita sulla base di una immediata simpatia reciproca e di una precisa complementarità che ci siamo riconosciute. Ma anche il Rotary Club Palatino, il Rotary Club Capitale e il Rotary Club Tevere potranno unirsi a noi in qualche caso. Inoltre cercheremo occasioni di contatto o di collaborazione anche con l’Innerwheel che ci è più vicino, il Roma, al quale proponiamo fin d’ora una conviviale in interclub dedicata alla figura di Marie Curie, e con il nostro Rotaract, affidato alle cure di Maria Carla Ciccioriccio e di Alessandro Ludovici. Vorrei inserire i nostri rotaractiani non solo nel Ryla che proponiamo, e del quale dirò fra poco, ma anche nel nostro discorso sul Tevere, affidando loro il compito di sviluppare nel tempo (potrebbe essere un progetto pluriennale) una raccolta di testimonianze orali sulla vita dei fiumaroli (del Tevere), interviste e foto, e guidandoli nell’operazione fino al deposito del materiale raccolto negli archivi della Discoteca di Stato. Vorrei anche metterli in contatto con il Rotaract del nostro gemello parigino, il Rotary Club Champs Élysées, che stimolato da Patrizio Amore ha mostrato interesse in ciò;

–                      incoraggiando i Soci a partecipare a incontri e a brevi viaggi organizzati dal Club, dal Distretto e dal Rotary International (una piccola gita al Parco dell’Uccellina dal 29 al 30 settembre, il week-end a Berlino dal 30 novembre al 2 dicembre 2012 e perché no Capodanno a Vicenza per visitarela Basilica Palladiana restaurata e la mostra “Raffaello verso Picasso. Storie di sguardi, volti, figure”; poi, in primavera – possibilmente sfruttando il ponte di Pasqua dal 29 marzo al 1° aprile e quello dal 25 aprile al 1°maggio – due piccoli viaggi, il primo a Padova-Venezia-Trieste, con passeggiata in burchiello e visita alle ville affrescate dal Tiepolo e il secondo a Mosca e San Pietroburgo oppure da Venezia a Istanbul con l’Orient Express). Enzo Saraceno e Patrizio Amore stanno lavorando per noi;

–                      presentando per tempo e accuratamente ai soci, nel corso delle conviviali, gli eventi in calendario (manifestazioni, viaggi, visite culturali, gite) affinché gradiscano partecipare;

–                      curando particolarmente la comunicazione all’interno del Club e verso l’esterno. Grazie all’impegno e al know-how qualificatissimo di Antonio Siciliano avremo una Lettera mensile telematica e un sito web up to date al quale tutti siete invitati a contribuire con brevi notizie, fotografie e altri materiali utili, anche ampi. Della Lettera verrà fatta ampia diffusione anche all’esterno del Club, e in particolare sarà mandato regolarmente alla stampa rotariana e agli ex Soci del club raggiungibili telematicamente (per i soci rimasti “vieux jeu”, ovvero all’antica, ci saranno alcune copie a stampa della Lettera in distribuzione alle conviviali).

  1. 2.                   Come possiamo concorrere, affiancando le istituzioni, al benessere della nostra società? E, in particolare, come possiamo contribuire a dare fiducia nel futuro ai nostri giovani, che sono non solo penalizzati ma anche traumatizzati dalla decrescita? E cosa possiamo fare per agevolare i rapporti umani e sociali nella nostra città, anche agendo sull’ambiente in un punto suscettibile di esercitare un impatto profondo sulla sensibilità della gente?

Entriamo con ciò nel grande tema dei progetti e delle iniziative culturali ad essi inerenti che caratterizzeranno l’anno rotariano 2012-2013. Premesso che:

–                      nessuno dei nostri progetti storici verrà archiviato e che continueremo a sostenere con le entrate ordinarie e con iniziative ad hoc: il Cre, il Casalegno, il Centro Anziani, l’Ospedale del Cairo, la borsa De Marco, le campagne Malaria, Diabete, Polio Plus, Legalità;

–                      parimenti porteremo avanti, se Alfredo Vitali è d’accordo per continuare ad occuparsene, il programma pilota del Rotary Partner aziendali 2011-2014;

–                      questo Consiglio ha fatto proprio il progetto Sobanet (Guinea) che il Consiglio precedente stava portando avanti. Il progetto riguarda la “Maison des Enfants”, una fondazione creata dall’imprenditore bresciano Riccardo Piccaluga che ospita 421 bambini orfani nel villaggio di Sobanet ,nella Repubblica di Guinea, a circa 300 km dalla capitale, Conacry. Il progetto consiste nella costruzione di un pozzo per attingere acqua potabile a circa 40 mt di profondità e di un serbatoio di accumulo pensile della capacità di 20.000 litri nel villaggio dove già funzionano una scuola elementare,una scuola media e 5 scuole professionali nonché un centro pediatrico in cui operano medici italiani volontari. Al costo previsto, di circa 40.000 euro,il nostro Club partecipa per 5.000,00 euro, con sponsorizzazione completa, insieme al Rotary Club Roma Capitale,al nostro Distretto e alla Rotary Foundation. I lavori avranno inizio il prossimo autunno.

–                      per il nuovo anno abbiamo varato, su iniziativa di Giorgio Castellucci, un nuovo progetto africano per il completamento di una scuola nel Distretto di Tembien (Etiopia). Il progetto prevede la costruzione dei muri perimetrali, oggi realizzati con cannucciato, degli infissi di porte e finestre, delle tramezzature interne, salvando il tetto di materiale leggero recuperabile. Il costo previsto è di 7.500,00 euro e il nostro Distretto, notizia di ieri, ha accettato di cofinanziare l’opera al 50%. Pertanto l’onere del nostro club sarà di 3.750,00 euro, da porre in bilancio, ove non si reperisse un altro sponsor. I lavori potranno avere inizio all’accredito del Distretto in quanto è già stata reperita la ditta esecutrice locale, presentata da una importante impresa italiana di Addis Abeba;

–                      ma il clou delle nostre attività ruoterà intorno ai temi del bene della città e del futuro dei giovani con un progetto originalissimo, un Ryla, un Forum:

  • per giovare alla città abbiamo scelto di occuparci del suo fiume, il Tevere, e stiamo prendendo in considerazione l’idea di incentrare sull’armonia sociale nella città anche il Forum sulla pace che vogliamo organizzare per il 23 febbraio. Avevo intravisto la possibilità di occuparci del Tevere durante una delle prime riunioni del CoIn alla quale avevo partecipato, dove si era parlato di progetti in corso sotto l’etichetta “Adottiamo il Tevere”. Lo dissi a Fabio Vallli, designato responsabile della Commissione progetti, chiedendogli di studiare la possibilità di inserire quel filone di iniziative con un’azione nostra e Fabio, che è un romano “rivierasco”, formulò subito una proposta bellissima di riqualificazione ambientale: rivisitare l’illuminazione dei ponti sul Tevere nel tratto cittadino armonizzandola nel suo insieme e rendendola energeticamente sostenibile, e con il fine di esaltare la presenza del fiume che scorre per un buon tratto lungo il centro storico e le belle architetture che lo sovrastano. La storia del progetto, sulla quale non posso e non voglio soffermarmi ora, vi sarà raccontata dai protagonisti stessi giovedì 4 ottobre, quando esso verrà presentato alla vigilia della sua attuazione, che quest’anno avrà per oggetto il ponte Sisto, il più vivace, il più familiare, il più simpatico dei ponti sul Tevere e si chiamerà, quindi, “Luce sul ponte Sisto”. Grazie a quello che io chiamo “il pool degli ingegneri” – sono ingegneri, infatti, il Socio che ha avuto l’idea, Fabio, quello che ha formulato la strategia di attuazione, Sergio, gli amici come l’ing. Roberto Grappelli e i vertici dell’Acea che hanno curato meravigliosamente l’iter del progetto fino all’approvazione. Guardate che non è stato facile riuscire nell’arco di tempo che avevamo a disposizione. Qualcuno mi diceva: «Guarda, non illuderti di riuscire a concludere». Ma io lo volevo fortemente e questo meraviglioso “pool degli ingegneri” ha fatto il miracolo. Grazie, grazie moltissime per questa bella operazione rotariana. Poiché il nostro logo ci impegna anche sul terreno della conoscenza, ecco che in relazione al Tevere abbiamo pensato non solo di migliorare la visibilità del fiume, ma anche la conoscenza che ne abbiamo. Così si terranno da noi – auspice ancora l’ing. Roberto Grappelli – due importanti conferenze: una del Prof. Umberto Lattanzi sulla storia e l’idraulica del Tevere e l’altra della Prof. Giulia Caneva sulla flora e la fauna che lo popolano, considerate anche nel loro rapporto con l’arte classica.
  • Il Tevere e noi” non è l’unico tema culturale del primo semestre, perché avremo anche due occasioni di approfondimento di temi “politici”: il rapporto fra Stato e società nel nostro Paese, del quale ci parlerà Sabino Cassese, il giudice costituzionale e il caposcuola del nuovo diritto amministrativo italiano (la   New Italian Public Law), e la prospettiva di un presidenzialismo italiano, che sarà presentata da Sergio Piscitello, un quirinalista d’eccezione perché della vita del Palazzo è stato testimone per molti anni, e autorevolmente discussa dal nostro Gianclaudio De Cesare.
  • Del Forum sulla pace non posso dire oggi, perché abbiamo l’intenzione di organizzarlo insieme all’Est e non abbiamo ancora elaborato una visione comune. A me piacerebbe farlo il collaborazione conla LUMSA, dove ho insegnato per molti anni e ho cari amici. Se vogliamo avere la partecipazione dei giovani, dobbiamo cercarli nelle Università e fra tuttela LUMSA è la più adatta in questo caso.
  • Il futuro dei nostri giovani. Come docente e come madre, sento acutamente lo stimolo del dovere di fare qualcosa a questo fine. Ho due quadri a casa, casualmente capitati nelle mie mani, che mi sono cari per il messaggio forte che trasmettono. Rappresentano due giovani appartenenti a due diverse generazioni, quella del primo e quella del secondo dopoguerra, impegnati a costruire con il lavoro un futuro migliore: in uno, un giovane operaio dell’Urss guarda fiducioso davanti a sé, chin up, e alle sue spalle ci sono la città che cresce, i palazzi in costruzione, le gru all’opera; nell’altro siamo in Italia negli anni della ricostruzione, anche qui la figura di un giovane operaio campeggia in un atteggiamento che dà una impressione di grande volontà ed energia mentre tutte le attività produttive rilanciate dopo la guerra dal Piano Marshall sono rappresentate ai due lati del quadro. Ebbene quegli sguardi, quelle fedi, quelle volontà non ci sono, purtroppo, negli occhi dei nostri giovani. Dobbiamo aiutarli a ritrovarli. L’occasione per fare qualcosa me l’ha offerta Simona, che aveva pensato insieme ad un suo Socio, il Prof. Antonio Pedone, ad un Ryla sull’“Imprenditorialità giovanile: idee, risorse, testimonianze”. Un’idea magnifica, da attuare in sinergia con la Facoltà di Economia della Sapienza, la Facoltà di appartenenza sia di Pedone che mia. Infatti abbiamo ottenuto dal Direttore del Dipartimento di Management la più ampia collaborazione. Si svolgerà venerdì 19 aprile e durerà tutto il giorno, sarà aperto a tutti i Rotarctiani e agli studenti della Sapienza-Facoltà di Economia che vorranno iscriversi. La mattina molti brevi interventi di alto livello che informeranno sulle novità normative di ogni genere, sulle opportunità esistenti e sulle agevolazioni previste, il pomeriggio le start up di giovani imprenditori italiani, che Stefano Folli mi ha promesso di venire a presentare.

Dell’andamento di tutti questi progetti, cari Amici, sarete tenuti informati regolarmente nel corso delle nostre conviviali, per condividere con l’equipe che li gestisce il piacere di vederli crescere e per eventualmente collaborare.

Non posso chiudere il discorso sui progetti senza parlare del CRE, del Casalegno e del nostro gemellaggio con il Rotary Club Champs Élysées di Parigi.

È vero che il CRE si è dato, per ragioni finanziarie, un’identità autonoma rispetto al Club, ma il CRE è una costola del Nord-Ovest, vive per la volontà e la tenacia di nostri Soci e delle loro mogli (il nostro presidente pro tempore ne è presidente onorario), ci è riconosciuto come una delle nostre più importanti realizzazioni. Al CRE dobbiamo dedicare molta attenzione, farne un modello di intervento del Rotary a sostegno dei bisogni della società in un momento di crisi dello Stato sociale.

Il Casalegno è andato crescendo nel tempo in solennità e in rinomanza della manifestazione ed è sempre un’iniziativa valida, che si colora di diversa importanza a seconda dei momenti. Oggi, a mio avviso, rappresenta un’occasione interessante di contatto della società civile con il mondo dei media, quasi a compensare il gup che si è creato fra la stessa e il mondo della politica. Per questo porteremo avanti il Casalegno, che per quanto sia diventato gravoso per noi è un dovere.

A me piacerebbe che quest’anno si pensasse di premiare il giornalismo che si occupa di politica internazionale: da tempo la politica internazionale impatta profondamente sulla politica interna, ma l’informazione in proposito continua ad essere molto limitata. Dobbiamo rovesciare questa tendenza, perché la società italiana ha bisogno di essere più e meglio informata sul mondo nel quale è immersa.

Anche il nostro Club gemello di Parigi ha come presidente una donna, Muriel Monetti, con la quale, grazie ai buoni uffici di Massimo Casella Pacca che ha svolto per mio conto più di una missione a Parigi e grazie a quella risorsa importante che è la complicità femminile, si è aperta una nuova prospettiva di dialogo, di collaborazione e di incontri. Questo gemellaggio ha avuto momenti molto positivi e piacevoli e, a mio avviso, va coltivato, anche nell’interesse dei nostri giovani Rotaractiani.

 

Le practicalities

Carissimi, noto che a molti aspetti pratici del nostro vivere insieme ho fatto già riferimento via via che andavo sviluppando il discorso. Mi limito, quindi, ad aggiungere solo alcune cose:

–                      sarà preparato nei prossimi mesi un nuovo calepino che conterrà oltre all’annuario dei Soci anche altre indicazioni utili a presentare l’identità del Club;

–                      giovedì 27 settembre terremo un’Assemblea allo scopo di valutare la possibilità e la misura di un ridimensionamento della quota associativa e approvare il bilancio preventivo che il Tesoriere e la Commissione amministrazione predisporranno sulla base di una spending review;

–                      fra le practicalities rientra anche il tema del fund raising, il tema delle iniziative anche piccole volte a trovare risorse aggiuntive con le quali sostenere i nostri progetti. Ne abbiamo bisogno, perché certi ambiziosissimi progetti che noi realizzeremo a costo zero ci comporteranno comunque dei costi collaterali. Vi chiedo, quindi, gentilmente di collaborare con proposte fantasiose, tenendo conto che c’è grande competitività fra i Club in questo.

 

Ringraziamenti

Carissimi Amici, grazie per aver ascoltato con attenzione il lungo racconto del nostro lavoro di un anno, che ha coinvolto, chi più chi meno, l’intero organigramma del Club.

La composizione non solo del Consiglio, che già conoscete, ma delle Commissioni e dei Comitati ad hoc, vi sarà data nella Lettera e nel sito.

Dobbiamo alle grandi qualità di questi Soci, al loro entusiasmo e alla loro generosa collaborazione se al nastro di partenza siamo già così avanzati nella preparazione.

Nel ringraziarli con affetto, vorrei ricordare che comunque il più resta da fare e che l’organigramma è aperto a tutti gli uomini e le donne di buona volontà.

Per oggi, carissimi Amici, de hoc satis, sciveva Cicerone. Sul secondo semestre, anch’esso denso di eventi, per i quali si sta esercitando l’immaginazione di alcuni Soci valorosi, faremo una seconda programmatica a gennaio (se non mi direte: «Basta programmatiche, per carità!»).

Sulla mia relazione non sono previsti interventi, né io potrò ascoltare i commenti che spero fioriranno ai tavoli. Peccato!

Ma un rimedio c’è: scrivetemi e vi risponderò, e metteremo la nostra corrispondenza sul sito o sulla Lettera. Io non do credito alle voci di corridoio, ai “si dice che”, ma presto molta attenzione al pensiero che si manifesta apertamente, lo valuto sotto tutti i necessari punti di vista, e se funge allo scopo lo accolgo con animo grato perché – come tutti i ricercatori – mi considero un apprendista permanente.

 

Buon anno rotariano 2012-2013, buona serata a tutti.