Un tiepido sole quasi primaverile ha fatto da cornice alla Visita-racconto di domenica 12 febbraio.
A cura del Presidente Marco Marotta e della socia SStefania Svizzeretto
Sull’onda dell’emozione vissuta, raccontata o suggerita, i numerosi partecipanti guidati dalla Mappa della Tenerezza, sono andati alla scoperta dei riti, dei miti e delle pratiche propiziatorie, che da sempre Roma e i Romani hanno messo in atto per trovare l’anima gemella.
In questo “viaggio” lungo l’accidentato cammino della seduzione, sono state raccontate le storie del teatro di Marcello, dove già nel I secolo d.C. le coppiette si rifugiavano sotto i portici per amoreggiare, protetti dal buio complice della notte; la processione delle “pance” che da S. Maria in Portico in Campitelli si dirigeva fino a S. Anna dei Palafrenieri, o la sfilata silenziosa delle Ammantate, ragazze orfane e disperate che speravano di trovare un marito con la dote prestata dalla Chiesa e l’attestato scritto di “purezza e verginità”; o ancora la processione delle Malmaritate di Santa Marta, fino ai tradimenti clandestini consumati nel’Iseo Campense sotto lo sguardo compiacente della Grande Iside.
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Per finire all’Ortaccio il luogo deputato dell’amore mercenario che dal ‘500 al ‘700 ha alimentato la fortuna delle Dame Curiali e di conseguenza le casse della Curia.
Sono stati raccontati gli amori scandalosi, passionali, carnali di personaggi illustri di ogni epoche e i corteggiamenti storici, letterari, leggendari, idealizzati e angelici, che si sono compiuti nelle segrete stanze dei Palazzi Nobili, al riparo dall’ombra giudice delle Chiese, che accetta il peccato ben coperto, ma non quello manifesto.
Perché da sempre a Roma è “L’amor che mòve il sole e l’altre stelle” e la millenaria Urbe ne è sempre stata la sublime ed indulgente interprete.