CURIOSITÀ ROMANA N. 9 – LA PASQUA E LE TRADIZIONI PASQUALI 

La Pasqua e il Carnevale erano le feste più sentite dal popolo Romano, che le celebrava con riti, celebrazioni, processioni e tradizioni particolarmente sentite e variegate. La loro fama richiamava i viaggiatori del Gran Tour ad accorrere a Roma, proprio durante queste due ricorrenze, perché gli spettacoli a cui potevano assistere rimanevano impressi nella memoria e nelle pagine di questi artisti e letterati, che li hanno tramandati fino ai giorni nostri. 

Il 31 marzo quest’anno, è la Domenica di Pasqua, momento particolarmente ricco di tradizioni e simbologie, il cui significato e valore si perde nella notte dei tempi. 

I SIMBOLI DELL’UOVO, DELLA COLOMBA E DEL CONIGLIO PASQUALE. 

La storia delle UOVA pasquali ha origini molto antiche. 

L’uovo rappresenta da sempre la nascita di una nuova vita. Per questo è un’immagine emblematica di questo periodo dell’anno liturgico carico di spiritualità, nel quale si celebra Cristo che sconfigge la morte e riporta tutte le anime alla vita eterna. Non solo in quella cristiana, ma in molte altre culture l’uovo è il simbolo universale della vita e della nascita. La tradizione del classico uovo di cioccolato è recente, ma il dono di uova vere, decorate con qualsiasi tipo di disegni o dediche, è correlato alla festa pasquale sin dal Medioevo., La tradizione di decorare uova risale già ai primi cristiani che pitturavano le uova di rosso, per ricordare il sangue di Cristo, e le decoravano con croci o altri simboli (una tradizione che dura ancora oggi nei paesi ortodossi e cristiano-orientali). La simbologia dell’uovo è evidente: dall’ uovo nasce la vita che a sua volta veniva associata con la rinascita del Cristo e quindi con la Pasqua tradizionalmente di rosso, simbolo della Passione, ma in seguito anche di diversi colori, in genere durante il giovedì santo, giorno dell’ultima cena, e consumato a Pasqua e nei giorni successivi. Questo viene considerato di buon augurio. Le colorazioni vengono effettuate attualmente con coloranti alimentari tipici della pasticceria, ma in passato si utilizzavano prodotti vegetali, tra cui la buccia esterna delle cipolle di varietà rossa. 

Già nell’antica Grecia si donava un uovo per augurare fertilità e ritorno alla vita in occasione delle feste di primavera. Nell’antica Roma, per ottenere dagli dei un buon raccolto, i contadini usavano seppellire nei campi delle uova dipinte di rosso. Simbolo della vita e della fertilità della terra, le uova racchiudono un segreto millenario che accomuna popoli e religioni diverse. Con l’avvento del Cristianesimo l’uovo ha continuato a rappresentare un simbolo di rinascita e la Pasqua ha continuato a festeggiarsi nel periodo di passaggio dall’inverno alla primavera, periodo in cui i campi rinascono e rifioriscono. Le uova benedette per Pasqua c’era anche tra le prime comunità cristiane quando si diffuse la tradizione di benedirle e di offrirle in Chiesa la domenica di Pasqua. Vi è addirittura una leggenda che parla di come Maria Maddalena depose delle uova ai piedi della croce del Cristo e queste furono arrossate dal suo sangue. E il suo significato mistico venne legato alla Resurrezione di Cristo. L’uovo divenne così l’immagine della rinascita e della vita oltre le tenebre del peccato. A trovare per primo una sorpresa nell’uovo fu invece Francesco I di Francia, che agli inizi del ‘500 ricevette un guscio con all’interno un’incisione su legno della Passione di Cristo. 

Anche la tradizione della COLOMBA pasquale, ha origini molto antiche… 

Il simbolo della colomba rimanda al racconto biblico del Diluvio Universale: cessata la pioggia, Noè fece uscire per tre volte dall’arca una colomba. Quando questa tornò portando nel becco un ramoscello d’ulivo, Noè comprese che la pace era tornata tra cielo e terra,dunque era avvenuta la riconciliazione dell’uomo con Dio. Con il sacrificio della Croce, Gesù aiuta a costruire un regno di pace e di amore, e la candida colomba è il simbolo della Pace e dell’inizio di una nuova era. Il dolce tradizionale della Pasqua è a forma di colomba perché già ai tempi di Greci, Egizi e Romani veniva preparato un pane a forma di colomba. Serviva per le cerimonie sacre e gli si attribuivano proprietà rituali e magiche. Agli inizi del ‘900 venne lanciata sul mercato la colomba come la conosciamo oggi, che divenne immediatamente simbolo della Pasqua. 

Si narra che il re longobardo Alboino, dopo aver conquistato Pavia, nel VI secolo, chiese ai nobili di portargli in dono nel giorno di Pasqua oro, pietre preziose e 12 ragazze di 16 anni. Per l’occasione, il cuoco di corte creò un dolce soffice e leggero, “a forma di colomba per ricordare i decori del duomo di Pavia”. Al primo morso Alboino esclamò “che bontà! Da oggi in poi bisogna portare rispetto alle colombe’”. E quando, poco dopo, iniziarono a sfilare davanti al re le giovani che avrebbero dovuto essere il suo premio, “alla domanda del sovrano, ‘come ti chiami?’, la prima ragazza rispose ‘Colomba‘”, si legge sul sito. Fece lo stesso la seconda, e così via. Alla fine, “per non rimangiarsi la parola data, le fanciulle furono liberate. Da allora la colomba è simbolo di pace e concordia”. 

Diverse sono le storie riguardanti l’origine di un altro dei simboli pasquali per eccellenza: 

il CONIGLIO 

Tra le allegre immagini pasquali, vi è quella del coniglietto che porta le uova. La sua presenza richiama alla lepre che, sin dai primi tempi del Cristianesimo era presa a simbolo di Cristo. Tuttavia anche questo simpatico animale è richiamato espressamente dalla religione cristiana, dove prima la lepre e poi il coniglio bianco divennero simboli di prolificità e rinnovamento. Sono animali gentili che simboleggia la nuova vita primaverile. E dal momento che questo animale cambia il colore del pelo secondo le stagioni calde e fredde, viene indicato da Sant’Ambrogio come simbolo della Resurrezione. Si narra che essa nasca dai riti pre-cristiani sulla fertilità che vedevano nel coniglio e nella lepre, in quanto animali molto fertili, i simboli del rinnovamento della vita che coincideva con l’inizio della stagione primaverile. Un’altra leggenda narra che Sant’Ambrogio indicò la lepre come simbolo di Resurrezione a causa del suo manto in grado di cambiare colore a seconda delle stagioni. Il coniglio come simbolo pasquale fu introdotto per la prima volta in Germania nel XV secolo tant’è che cominciarono a essere realizzati i primi dolcetti a forma di coniglietto e ancora oggi sopravvive la tradizione di scambiarsi dei dolci a forma del grazioso animale. 

L’AGNELLO 

Avendo dato la vita, secondo le Sacre Scritture, per l’Uomo, Gesù è stato sempre paragonato ad un mite agnello. Dunque se l’uovo è il simbolo della vita, l’agnello rappresenta il sacrificio compiuto dal Figlio di Dio. Un simbolo “ereditato” dalla religione ebraica – il nome Pasqua viene proprio dall’ebraico Pesah – per cui però la celebrazione ricorda la liberazione degli ebrei dalla schiavitù in Egitto grazie a Mosè. La tradizione di mangiare agnelli a Pasqua nasce dai sacrifici della Pasqua ebraica: per gli ebrei è obbligatorio cibarsi della carne di questo animale in ricordo del fatto che Dio, prima che inviasse l’ultima piaga contro gli egiziani per ucciderne ogni primogenito, promise loro la salvezza se i capifamiglia avessero segnato le porte delle loro case con sangue d’agnello. Così facendo il vento divino avrebbe riconosciuto le abitazioni degli ebrei e ne avrebbe risparmiato i figli. 

L’ULIVO 

La colomba che tornò da Noè, portava nel becco un ramoscello d’ulivo. Noè capì da questo segno che le acque si erano abbassate, che l’ira divina era ormai placata e la terra era di nuovo abitabile. L’ulivo è stato assunto per questo a simbolo di pace e per i cristiani ricorda anche l’ingresso di Gesù a Gerusalemme durante la Domenica delle Palme, quando venne accolto da una folla festante che lo salutava con rami di palma (e ulivo). 

LA CAMPANA 

La campana rappresenta la festa, la gioia con cui i fedeli celebrano la Pasqua e la Resurrezione di Gesù. Infatti durante il Venerdì Santo, in cui si ricorda la morte del Cristo, le campane di tutte le chiese rintoccano a lutto, mentre il giorno di Pasqua le campane di tutte le chiese suonano a festa per annunciarne la Resurrezione con i loro rintocchi festosi. 

IL CERO 

La luce della candela rischiara le tenebre, per questo, il cero è simbolo di Gesù che è la luce del mondo, che con la sua morte e la sua Resurrezione ha sconfitto il buio delle tenebre. Rappresenta la Resurrezione di Cristo e i fedeli che accompagnano in processione l’arrivo del cero in chiesa simboleggiano il nuovo popolo di Dio che segue Cristo risorto, Luce del mondo. 

L’ACQUA 

Elemento per eccellenza che purifica e il mezzo attraverso il quale si compie il battesimo. La notte di Pasqua è la notte battesimale per eccellenza, il momento in cui il fedele viene incorporato alla Pasqua di Cristo. E nelle altre domeniche in cui si compie questo sacramento, è come se si prolungasse e rinnovasse settimanalmente la domenica per eccellenza, quella di Pasqua. 

IL FUOCO 

Nella tradizione cristiana, durante la notte di Pasqua viene acceso un fuoco fuori la Chiesa e intorno ad esso si raccolgono i fedeli, accendendo, proprio da quel fuoco, il cero pasquale. Il fuoco, simbolo fondamentale della liturgia cristiana, è la massima espressione del trionfo della luce sulle tenebre, del calore sul freddo, della vita sulla morte. Durante la Pasqua il fuoco raggiunge la massima celebrazione attraverso il rito del fuoco nuovo e dell’accensione del cero. 

LA CROCE 

La croce è il simbolo stesso di Gesù e della Cristianità. Sotto l’Impero Romano, la croce era uno strumento di tortura dove il condannato veniva lasciato morire lentamente. Gesù, che viveva in una provincia romana, la Palestina, venne condannato a questa fine e dopo la Resurrezione il cristianesimo adottò questo oggetto di dolore e sofferenza e lo elesse a simbolo del proprio Credo. 

La Resurrezione di Cristo di Raffaello 1501-1502 circa, conservato nel Museo d’arte di San Paolo, in Brasile. 

Rotary Roma Nord Ovest
Author: Rotary Roma Nord Ovest

IL 19 giugno 1980 un gruppo di professionisti, imprenditori, operatori economici, giornalisti, appartenenti alle Forze Armate e rappresentanti delle istituzioni costituisce il Rotary Club Roma Nord Ovest che riceve la “ Charta “ il 23 ottobre, presidente il Gen. Girolamo De Marco. Il cavallino ne è il simbolo distintivo e rappresenta la voglia di correre e di proseguire . Da sempre il Club rivolge l’attenzione alle nuove generazioni alle quali ha sempre ritenuto di rivolgere la massima attenzione perché in esse è da riporre ogni speranza per un domani migliore. Nel 2002 è Club padrino del Rotary Club Roma Mediterraneo e nel 2004 del Rotary Club Roma Centenario. Affianca organizzazioni umanitarie con iniziative locali, il progetto PolioPlus, progetti per portare l’acqua in villaggi dell’Africa o per la lotta alla malaria. Il C.R.E. (Centro di Riabilitazione Equestre), dal 1989, aiuta i giovani disabili con l’ippoterapia. Il Premio di Giornalismo Carlo Casalegno, dal 1980 in memoria di un giornalista ucciso dai terroristi, intende ribadire la fede del Club nelle Istituzioni e nella Democrazia premiando i giornalisti che nel loro lavoro si avvicinano all’ideale del servire rotariano.