Intervento del Colonnello dei Carabinieri Antonio Fassinetto sul tema

La storia dei Carabinieri in difficili teatri operativi


Il Colonnello Antonio Frassinetto è l’attuale Comandante del Contingente Nazionale dei Carabinieri Banca d’Italia. Nato nel 1963, di origini abruzzesi, laureato, sposato con Michela e padre di Carlo Alberto, si è arruolato nell’Arma dei Carabinieri nel 1982, frequentando successivamente l’Accademia Militare di Modena e la Scuola Ufficiali Carabinieri di Roma, dove ha completato gli studi giuridico-militari per la formazione di base. Selezionato e trasferito a Livorno nei Carabinieri Paracadutisti per il primo incarico di comando nel 1987, ha conseguito numerose specializzazioni professionali, divenendo prima paracadutista militare, pattugliatore e poi esploratore, comandante di unità meccanizzate, incursore ed infine operatore del GIS, il Gruppo d’Intervento Speciale dei Carabinieri che è tra le migliori unità di controterrorismo al mondo, del quale è stato Comandante della Sezione Operazioni Speciali conducendo diverse liberazioni di ostaggi, all’epoca sequestrati a scopo d’estorsione, e catture di pericolosi latitanti della criminalità organizzata. Promosso Capitano, nel novembre 1990 viene chiamato a costituire il Reparto Speciale Sicurezza presso il Quirinale, diventando il Comandante dei servizi di protezione ravvicinata del Presidente della Repubblica Francesco Cossiga. Terminato il mandato del Capo dello Stato, nel 1992 viene trasferito in Sicilia, dove opera per circa quattro anni contribuendo in maniera determinante alla sconfitta della mafia catanese. Nel 1996, dopo un impiego in Bosnia, torna a Roma quale Comandante di un nuovo reparto territoriale fortemente impegnato nell’antiterrorismo aeroportuale e nel controllo delle frontiere Schengen, per rientrare definitivamente nei Carabinieri Paracadutisti del 1° Reggimento “Tuscania” nel novembre del 2000, a Livorno, dove comanda, in successione, il Reparto Addestrativo, il Battaglione ed il Reggimento. Dal 2001 al 2009 viene continuativamente impiegato all’estero in operazioni internazionali, partecipando a missioni di contingenti o addestrative NATO tre volte in Afghanistan e tre volte in Iraq, venendo anche chiamato ad assolvere operazioni speciali sotto egida ONU in Centro Africa, Medio Oriente ed America Latina. Tra le tante onorificenze conseguite in 35 anni di carriera militare, è anche insignito al valore, con una Croce di Cavaliere dell’Ordine Militare d’Italia conferitagli dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi nel 2004, per l’impiego in Afghanistan nella lotta al terrorismo globale, e con la medaglia d’oro della Loya Jirga concessagli dal Presidente afghano Karzai.

Presenti alla conviviale del 9 novembre 2017:58. Soci ed ospiti del RC Roma Mediterraneo: 30. Soci del nostro Club: 20. Consorti dei soci: 4. Ospiti dei Soci: dr. Carmine Vulcano, dr.ssa Nicoletta Bernardino (di Orazio De Lellis), Ing. Antonio Marras (di Edoardo Favaretti), dr. Claudio Signorelli (di Rosaria Ranellucci)

Rotary Roma Nord Ovest
Author: Rotary Roma Nord Ovest

IL 19 giugno 1980 un gruppo di professionisti, imprenditori, operatori economici, giornalisti, appartenenti alle Forze Armate e rappresentanti delle istituzioni costituisce il Rotary Club Roma Nord Ovest che riceve la “ Charta “ il 23 ottobre, presidente il Gen. Girolamo De Marco. Il cavallino ne è il simbolo distintivo e rappresenta la voglia di correre e di proseguire . Da sempre il Club rivolge l’attenzione alle nuove generazioni alle quali ha sempre ritenuto di rivolgere la massima attenzione perché in esse è da riporre ogni speranza per un domani migliore. Nel 2002 è Club padrino del Rotary Club Roma Mediterraneo e nel 2004 del Rotary Club Roma Centenario. Affianca organizzazioni umanitarie con iniziative locali, il progetto PolioPlus, progetti per portare l’acqua in villaggi dell’Africa o per la lotta alla malaria. Il C.R.E. (Centro di Riabilitazione Equestre), dal 1989, aiuta i giovani disabili con l’ippoterapia. Il Premio di Giornalismo Carlo Casalegno, dal 1980 in memoria di un giornalista ucciso dai terroristi, intende ribadire la fede del Club nelle Istituzioni e nella Democrazia premiando i giornalisti che nel loro lavoro si avvicinano all’ideale del servire rotariano.