CURIOSITA ROMANA N.5 

Nella notte tra il primo e il secondo giorno di Novembre, le leggende popolari tramandavano che le anime dei defunti tornassero sulla terra per rivedere i loro cari, e a noi, per iniziare bene questo mese autunnale, ci piace raccontare una storia di miracoli e di fantasmi, perché il confine tra “l’aldiquà” e “l’aldilà”, in una città millenaria e misteriosa come Roma, è sempre molto labile. 

Dunque… PERCHÉ QUELLA LAMPADA SEMPRE ACCESA? 

Al civico 18 di Via dei Portoghesi, nel Rione Campo Marzio, vi è la cosiddetta Torre degli Scapucci, o anche “dei Frangipane”, dal nome della famiglia che fu forse la precedente proprietaria del palazzo nel XVI secolo, cui la torre di origine medievale è annessa. Ma è nota anche come “Torre della Scimmia” e, negli Stati Uniti, come “Hilda’s Tower”, nomignoli connessi alla lampada che, accanto a una statua della Madonna, arde sulla sommità e che ogni proprietario del palazzo deve, per contratto, mantenere sempre accesa (oggi, naturalmente, è una lampada elettrica). Anche il romanziere americano Nathaniel Hawthorne (1804-1864) raccontò la leggenda popolare della Torre della Scimmia, nei suoi French and Italian Notebook. Si narra che in un’epoca lontana, il nobile Marcello Scapucci tenesse in casa una scimmietta di nome Hilda. Nacque un bebè e Hilda, forse gelosa o forse, innocentemente, per giocare, lo prese e lo portò in cima alla torre. Terrorizzati, i genitori invocarono l’aiuto della Madonna e subito Hilda obbedì ai loro richiami e riportò il bebè in casa. Fu dunque eretto, sei secoli fa, come ringraziamento per il miracolo compiuto, questo piccolo santuario domestico, dedicato alla “Madonna della Scimmia”. 

Ma…la storia non finisce qui…sembra che in questo triangolo di vie: Via della Scrofa, Via dei Portoghesi e Via della Stelletta, in cui si respira un’aria particolarmente magica, si incontrino nelle ore notturne, alcune anime inquiete di Roma, che non si rassegnano a lasciare per sempre la Città Eterna… passa Vannozza Cattanei, Lorenza Feliciani, Mastro Titta e talvolta perfino la Statua della Vergine Maria sulla Torre della Scimmia, guarda amorevole i passanti e chiude gli occhi in segno di perdono a chi la invoca… 

Non è un caso che il regista Antonio Pietrangeli (Roma, 19 gennaio 1919 – Gaeta, 12 luglio 1968) abbia girato in questa zona alcune memorabili scene del suo delizioso film “Fantasmi a Roma” del 1961, di cui siglò la sceneggiatura con Ennio Flaiano, Ettore Scola e Ruggero Maccari. Il regista scelse questa zona perché sono vicoli particolarmente battuti dalle oscure presenze e ricchi di leggende sugli spiriti. Per la sua opera Pietrangeli volle un cast straordinario: Eduardo De Filippo, Marcello Mastroianni, Vittorio Gassman, Tino Buazzelli e Sandra Milo, che animarono con eleganza la storia dell’anziano Principe Annibale di Roviano in placida convivenza con un gruppo di fantasmi. Ricco di esilaranti situazioni, raffinato e spiritoso, il film è una commedia bellissima, che vi consigliamo di vedere in questi malinconici pomeriggi autunnali. 

Buon mese Rotariano di Novembre a tutti! 

Alla prossima! 

Rotary Roma Nord Ovest
Author: Rotary Roma Nord Ovest

IL 19 giugno 1980 un gruppo di professionisti, imprenditori, operatori economici, giornalisti, appartenenti alle Forze Armate e rappresentanti delle istituzioni costituisce il Rotary Club Roma Nord Ovest che riceve la “ Charta “ il 23 ottobre, presidente il Gen. Girolamo De Marco. Il cavallino ne è il simbolo distintivo e rappresenta la voglia di correre e di proseguire . Da sempre il Club rivolge l’attenzione alle nuove generazioni alle quali ha sempre ritenuto di rivolgere la massima attenzione perché in esse è da riporre ogni speranza per un domani migliore. Nel 2002 è Club padrino del Rotary Club Roma Mediterraneo e nel 2004 del Rotary Club Roma Centenario. Affianca organizzazioni umanitarie con iniziative locali, il progetto PolioPlus, progetti per portare l’acqua in villaggi dell’Africa o per la lotta alla malaria. Il C.R.E. (Centro di Riabilitazione Equestre), dal 1989, aiuta i giovani disabili con l’ippoterapia. Il Premio di Giornalismo Carlo Casalegno, dal 1980 in memoria di un giornalista ucciso dai terroristi, intende ribadire la fede del Club nelle Istituzioni e nella Democrazia premiando i giornalisti che nel loro lavoro si avvicinano all’ideale del servire rotariano.