Sabato 16 Ottobre alle 10,30 si è svolta la seconda passeggiata del progetto “Trekking Culturale Rotariano”, che ha visto come protagonista il Circo Massimo, finalmente riaperto al pubblico senza limiti di partecipanti, dopo due anni di pandemia. Il dottor Antonio Insalaco,
Curatore Archeologo presso la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, già Direttore del Museo della Civiltà Romana, ha illustrato con dovizia di particolari, la storia del più grande edificio per lo spettacolo dell’antichità. Era uno dei luoghi di divertimento più maestoso di tutti i tempi, poteva contenere fino a 300.00 spettatori ed era collegato dalla leggenda alle origini stesse della città. Qui infatti ebbe luogo il famoso ratto delle Sabine, uno dei primi importanti eventi della città di Roma.
Il Dottor Insalaco ha raccontato, storie, aneddoti e leggende legate al mondo delle corse dei carri, bighe e quadrighe, e degli aurighi, ha svelato dettagli insoliti sulla costruzione di questa meraviglia dell’antichità, un circo fondato da Romolo secondo la tradizione e costruito in legno dal Re Tarquinio Prisco. Al suo interno, al centro della pista, era posizionata la “spina”, una lunga piattaforma che era decorata con statue, tempietti, vasche e due grandi obelischi egizi, sorta di “raggi pietrificati di sole”, che dal ‘500 sono stati ricollocati in piazza S. Giovanni in Laterano ed in Piazza del Popolo.
Nel percorso di visita i partecipanti hanno potuto accedere alle gallerie che un tempo conducevano alle gradinate della cavea (i senatori al piano terra e la plebe al piano superiore) e anche ai resti delle latrine antiche. Con un po’ di immaginazione si sono visitate anche alcune stanze che venivano utilizzate come botteghe (tabernae) per soddisfare le necessità del numeroso pubblico dei giochi: locande, negozi per la vendita di generi alimentari, magazzini, lupanari, lavanderie, ma anche uffici di cambiavalute necessari per assecondare il giro di scommesse sulle corse dei cavalli.
Per concludere questo viaggio nella storia, il Dott. Insalaco ha mostrato la medievale Torre della Moletta o Frangipane (realizzata nel XII secolo), curiosa presenza in un antico Circo Romano.
Ma anche questa è Roma, una città capace di sorprendere e stupire ad ogni angolo, con sorprese improvvise, apparizioni inaspettate e presenze inconsuete. Ma soprattutto, in un rimando continuo tra presente e passato, Roma ci insegna che la Memoria è il monumento più grande che abbiamo. Tramandarla alle nuove generazioni è fondamentale. E le nuove generazioni erano presenti alla passeggiata: circa dieci ragazzi di diverse età, che interessatissimi hanno seguito la visita in silenzio e hanno aperto uno spiraglio verso il futuro. La rinascita comincia da loro.