Relazione del Prof. Giorgio Calabrese su
Expo: dalla dieta alla dieta mediterranea
Nel suo intervento il prof. Calabrese (leggi CV) ha trattato una serie di argomenti relativi alla dieta che include testa e cibo, psiche e alimentazione: questo è un binomio inscindibile. Se non ci nutriamo in maniera corretta, non possiamo fornire al nostro corpo gli elementi necessari per vivere al meglio e senza stress. Se non impariamo ad accettare noi stessi e il nostro corpo, non possiamo avere un rapporto equilibrato con il cibo. Tutto, in noi, è collegato e si influenza reciprocamente. Una dieta sana e un approccio più naturale verso noi stessi contribuiscono ad allontanare paure e ansie, ossessioni e malattie. Quello che rimane è il piacere di una vita vissuta nella sua totalità.
Una dieta personalizzata, proprio come un abito su misura, non regala solo buona salute, ma anche serenità e armonia. Per essere sani e belli non servono trucchi, basta la nostra cucina mediterranea. Il prof Giorgio Calabrese spiega che adottare un regime alimentare sano ed equilibrato è ideale sia per chi deve dimagrire, sia per chi vuole mantenere il peso forma. Quale la dieta equilibrata, conviviale, trasversale, duttile? Ma anche etica e allegra? Patrimonio dell’Unesco, orgoglio nostrano e ora anche il segreto per dimagrire? E’ la Dieta Mediterranea.
Di dieta mediterranea si parla parecchio, in gastronomia, economia e agricoltura, ma non viene mai presa in considerazione come modello per perdere peso. E’ una dieta “includente”, cioè che non elimina nessun cibo, anzi: si deve mangiare un po’ di tutto. La tanto celebrata Dukan, come tutte le diete iperproteiche con un solo nutriente, nel breve periodo aiuta a dimagrire. Poi però i chili si riprendono subito dopo, e con interessi da usurai.
Credere che la dieta possa essere la stessa per tutti è un errore. La dieta deve essere “su misura”: il paziente deve capire cosa mangiare e cosa no, anche in base a età, patologie e stile di vita. Bisogna immaginare la dieta mediterranea come un grande un contenitore da cui pescare gli alimenti più giusti per noi.
Mangiar bene per curare il corpo, ma anche il cervello.
Se a pranzo mangio solo un panino di corsa: poi, tornato in ufficio, non riuscirò a concentrarmi. Come dietologo della Juventus, il prof. Calabrese spiega che per avere un’ottima prestazione bisogna seguire un’ottima dieta. Questo non vale solo per gli sportivi, ma per tutti, compresi gli “intellettuali”. Il primo vantaggio di uno stile di vita sano è che il benessere della mente non è slegato da quello fisico.
E come si fa a capire quando e se bisogna dimagrire? Vi è una misura semplice: l’indice di massa corporea che è una formula facile, che si ottiene dal rapporto tra peso e altezza. Da lì si può iniziare a costruire la propria dieta su misura.
Per dimagrire bisogna iscriversi in palestra?
Bisogna valutare con attenzione le varie esigenze. Ma la regola per tutti è che un po’ di movimento va fatto, sempre e comunque. Può bastare una camminata di un’ora al giorno, oppure lasciare a casa la macchina e prendere la bicicletta. Se facciamo esercizio tutti i giorni, abbassiamo la nostra resistenza all’insulina, che va bene perché brucia gli zuccheri, ma se ne produciamo troppa, e troppo velocemente, la fame torna subito. Il benessere si costruisce giorno dopo giorno, con uno stile di vita sano. Questa è l’unica ricetta davvero infallibile.
Ancora una volta, ne giorni scorsi, è tornato alla ribalta l’allarme sugli Ogm, gli organismi geneticamente modificati. Ma c’è un’altra questione che minaccia di essere di ancora maggiore interesse per la salute dei consumatori: è la diffusione delle nanotecnologie, che rendono possibile la manipolazione di ingredienti alimentari a livello molecolare.
La presenza di nano-prodotti (così come per gli Ogm) troppo spesso prescinde dalla consapevolezza del consumatore, ignaro fruitore. È naturale che da un punto di vista economico cresca l’interesse dei produttori, che vedono nello sviluppo di queste tecnologie la possibilità di maggiori guadagni, ma non è tollerabile che ciò avvenga senza il conforto di una ricerca scientifica che fornisca garanzie sulla sicurezza alimentare dei cibi-nano. Nanotecnologie sono già presenti nella vita di tutti i giorni: farmaci (chemioterapici compresi), cosmetici, detersivi, produzione di energia alternativa. Ora anche l’industria alimentare ha cominciato a sfruttarle. L’associazione Friends of the Earth ha censito più di cento nano-sostanze che, a vario titolo, entrano nella catena alimentare e negli Stati Uniti sono stati conteggiati 84 alimenti comuni contenenti nanofood. Quali sono i vantaggi e gli svantaggi? Nel 2014 in tutta Europa sarà obbligatorio riportare la loro presenza nel cibo in etichetta. A livello scientifico c’è chi plaude alle nano-particelle come alla nuova frontiera per debellare la fame nel mondo o per produrre cibo con minore impatto ambientale. C’è chi, invece, si dimostra molto più critico perché questi composti non rispettano le leggi chimiche, tossicologiche, fisiche ordinarie. La Food Standards Agency (l’Agenzia per la Sicurezza alimentare inglese) ha commissionato tre progetti di studio per valutare quali siano gli effetti delle nanoparticelle nel corpo umano. Gli studi sono ancora agli stadi iniziali e la sfida è appena cominciata.
Presenti 35 persone, di cui 25 soci. Ospite del club: Cinzia Miriam Calabrese (figlia del relatore).
Ospite di Mariano Marotta: Amedeo Santoro.